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venerdì 2 aprile 2021

Rito bizantino. Verso la Pasqua (4)

Cosa sappiamo del Cristianesimo ?

 Nel Grande e Santo Venerdì nelle chiese di rito bizantino (ed ovviamente in tutte le chiese cattoliche)  si contempla attraverso la Croce il compimento del Mistero della Salvezza, operata proprio attraverso la crocifissione e la morte del Nazareno.

 Chi ritiene di essere cristiano sa, o forse dovrebbe sapere, che esiste un legame strettissimo dell'amore con la sofferenza. Qualcuno ebbe pure a spiegare che "la prima condizione dell'amore è la libertà. L'amore è la pratica della libertà. Non c'è infatti amore senza libertà...". In poche, pochissime, parole, Dio, il Figlio, preferisce morire piuttosto che contrastare la libertà dell'uomo.

 Con la crocifissione e la morte, il Cristo avrebbe crocifisso l'uomo vecchio per far prevalere -con la sua innocenza- l'amore.

 Secondo Papa Francesco, la Croce, la croce di ciascuno, è pero' un passaggio, non è sicuramente la meta.

 Non è facilissimo intendere questo taglio dell'amore per chi vive gli anni delle società del terzo millennio. Serve molta riflessione e occorre trovare l'equilibrio fra l'amore difficile e il perdono, fra l'amore e il diritto ad essere rispettati. Sia la libertà che l'amore non possono essere imposti, anche se va detto che il Nazareno si presenta nei Vangeli agli uomini come il Dio d'Amore che chiede una libera risposta di amore; Egli  -per interdere- non si impone con potenza, anzi preferisce soffrire la violenza ed essere messo a morte piuttosto che reagire. 

Quanti cristiani veri esistono  e si riconoscono su quanto ora riportato, di caricarsi una croce ?

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"L'ultima speranza di Dio è

che gli uomini lo amino e, finalmente, si

amino tra di loro regolando i propri comportamenti 

.sulla legge dell'amore".

Nino Fasullo

Nino Fasullo è prete redentorista, ha insegnato filosofia e pedagogia nelle scuole statali; ha fondato nel 1975, insieme a dei laici, la rivista «Segno», strumento di approfondimento culturale e di indagine  critica oltre che di impegno civile, che tuttora dirige.

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