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martedì 6 aprile 2021

Contessa Entellina. Quella domenica di cinquantatre anni fa

    Estratti dalla

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE 

D'INCHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE 

E LA RIPRESA SOCIO - ECONOMICA DEI TERRITORI DELLA VALLE DEL BELICE 

COLPITI DAI TERREMOTI DEL GENNAIO 1968 

(Istituita con legge 30 marzo 1978, n. 96)  

Prima parte pubblicata Pigiare qui)   Seconda parte pubblicata (Pigiare qui)   Terza parte pubblicata (Pigiare qui)   Quarta parte pubblicata (Pigiare qui)   Quinta parte pubblicata (Pigiare qui)   Sesta parte  pubblicata (Pigiare qui)   Settima parte pubblicata (Pigiare qui)   Ottava parte pubblicata (Pigiare qui)   Nona parte pubblicata (Pigiare qui) Decima parte (Pigiare qui) Undicesima parte (Pigiare qui) Dodicesima parte (Pigiare qui) Tredicesima parte (Pigiare qui)Quattordicesima parte (Pigiare qui)Quindicesima parte (Pigiare qui)Sedicesima parte (Pigiare qui), Diciassettesima parte (Pigiare qui)

CAPITOLO VI

LE REALIZZAZIONI A FRONTE DEI PROGRAMMI 

Edilizia residenziale

Com'è noto, a norma degli articoli 1 e 3 del decreto-legge 27 febbraio 1968, n. 79, convertito con modificazioni nella legge 18 marzo 1968, n. 241, sono individuate due diverse modalità per l'intervento dei pubblici poteri per quanto attiene alla ricostruzione del patrimonio abitativo distrutto od irreparabilmente danneggiato dall'evento sismico del gennaio 1968. Per le famiglie rimaste senza tetto  si prevede la ricostruzione di alloggi a totale carico dello Stato, mentre è prevista la concessione di un contributo a favore dei proprietari degli immobili residenziali divenuti inagibili. 

Fin dalla prima formulazione di detta normativa, il contributo era variamente articolato e commisurato, sia in valore assoluto che come percentuale del costo presunto della ricostruzione, a seconda delle diverse categorie dei beneficiari potenziali. Con provvedimenti successivi esso è stato poi sostanzialmente aumentato fino a coprire il costo totale delle nuove costruzioni per la prima unità immobiliare. Nei nuovi insediamenti previsti per i 14 Comuni soggetti a trasferimento totale o parziale degli abitati, le zone residenziali risultano formate dalla giustapposizione di due diverse categorie di opere che si differenziano fortemente tra di loro; non solo per quanto attiene all'entità ed alle modalità di erogazione del finanziamento pubblico, ma anche — e soprattutto — per quanto concerne la programmazione, la progettazione e l'esecuzione dei lavori. Gli alloggi a totale carico dello Stato, infatti, sono stati programmati, progettati, concessi in appalto, e realizzati per iniziativa e sotto il controllo di un organismo pubblico o di un ente di diritto pubblico, in base a precisi schemi di associazione delle unità abitative. In questo settore, le dimensioni medie dei lotti di opere appaltate sono pari a 63 alloggi per 340 vani circa, con un minimo di 14 alloggi e 91 vani (lotto n. 4 del comune di Santa Ninfa) ed un massimo di 152 alloggi e 690 vani (lotto n. 3 del comune di Menfi). 

Gli alloggi ammessi al contributo, invece, sorgono per autonoma iniziativa degli aventi diritto, i quali solo sporadicamente hanno accettato di organizzarsi in forme associative sia per quanto riguarda la progettazione degli immobili, che per quanto concerne l'appalto e l'esecuzione dei lavori. In questo settore, il processo di ricostruzione si è dunque frantumato in una miriade di piccole e piccolissime iniziative.

 Come sarà meglio specificato in seguito, questa circostanza può aver influito in modo non marginale sulla realizzazione dei nuovi quartieri residenziali, sia per quanto si riferisce a possibili economie di scala, sia per quanto concerne l'ambiente urbano dei nuovi insediamenti. Alloggi a totale carico dello Stato. Stando alla documentazione trasmessa in via ufficiale alla Commissione dall'Ispettorato Generale per le zone terremotate, alla data del 31 dicembre 1979 risultavano ultimati, nell'insieme dei 14 Comuni, 1.863 alloggi e 9.842 vani pari, rispettivamente, al 76,0 per cento ed all'80,5 per cento del numero totale di alloggi e di vani da costruirsi a totale carico dello Stato desumibile dai programmi di trasferimento, formulati in via definitiva dalla Commissione tecnica di cui all'articolo 12 della legge 18 marzo 1968, n. 241, ed approvati con decreto ispettoriale (1)

La Tabella I di pag. 141 fornisce un quadro riassuntivo delle opere realizzate nei diversi Comuni e permette un facile confronto con le quantità previste dai programmi di trasferimento (colonna « b ») e con le previsioni formulate dall'ISES e che, in non piccola misura, saranno poi fatte proprie dalla Commissione tecnica ex articolo 12 (colonna « a »). Dall'esame della seguente Tabellla si delinea subito una non trascurabile differenza tra i 4 Comuni soggetti a trasferimento totale degli abitati ed i restanti 10 Comuni soggetti a trasferimento parziale. Per i primi, le opere previste dai programmi di trasferimento sono state realizzate nella misura dell'85 per cento circa, se ci si riferisce al numero degli alloggi, ed al 90 per cento circa, se ci si riferisce al numero dei vani. Per i secondi, le percentuali scendono, rispettivamente, al 73 per cento ed al 78 per cento circa. Inoltre, nei 4 Comuni a trasferimento totale degli abitati, si può notare una situazione molto più omogenea per quanto riguarda il grado di realizzazione dei programmi, con un minimo dell'84,5 per cento di alloggi ultimati nel comune di Salaparuta ed un massimo del 100 per cento nel comune di Montevago. 

Nel gruppo dei dieci Comuni a trasferimento parziale, invece, il campo di oscillazione è molto più ampio e va da un minimo del 47,0 per cento nel comune di S. Margherita Belice ad un massimo del 100 per cento nel comune di Vita, con un divario di ben 53 punti percentuali, contro un divario di soli 15 punti circa nei Comuni del primo gruppo. Ciò, ovviamente, senza voler considerare il caso del tutto anomalo del comune di Calatafimi, in cui nessuno dei 100 alloggi e dei 506 vani previsti è stato ultimato, né si trova in fase più o meno avanzata di realizzazione (2).

(1) Agli effetti del computo sono stati considerati solo gli alloggi ultimati (stato di avanzamento pari al 100 per cento) indipendentemente dal fatto che fosse o meno stato eseguito il collaudo delle opere. Volendo considerare solo le opere già collaudate, le cifre riportate nel testo si ridurrebbero ad 838 alloggi e 4.138 vani pari, rispettivamente, al 34,2 per cento ed al 33,8 per cento delle quantità previste dai programmi di trasferimento. Se, all'opposto, si volessero considerare anche le opere in fase di avanzata costruzione, tali cifre salirebbero a 2.007 alloggi e 11.292 vani pari all'81,9 per cento ed al 92,3 per cento delle opere programmate. 

(2) La peculiare situazione del comune di Calatafimi, che non è limitata alla sola edilizia residenziale a totale carico dello Stato, ma investe anche la realizzazione degli alloggi a contributo, delle attrezzature collettive, deriva da un'iniziale divergenza di opinioni tra l'Ispettorato e l'Amministrazione comunale 

(Segue) 142

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