Lo scontro diplomatico fra Italia e Turchia dopo i giudizi sul regime politico vigente in quel paese del premier Draghi, che ha definito il presidente turco Erdogan "un dittatore", registra adesso la richiesta di Ankara perchè "queste brutte e sfacciate affermazioni" siano "immediatamente ritirate".
Alcuni giornali si interrogano però in Italia, "coi dittatori, laddove riconosciuti e denunciati in quanto tali, si deve comunque cooperare nel nome di interessi nazionali giudicati prioritari rispetto allo stesso giudizio politico espresso?". Ci si chiede in buona sostanza -da più orientamenti politici-: i diritti umani su scala globale possono e devono prevalere sempre su ogni altro calcolo o interesse?.
La domanda non è priva di conseguenze. Viene infatti colta da una parte della stampa italiana nella dichiarazione di Draghi sul regime repressivo di Ankara una stridente disparità di giudizio rispetto ai regimi, non certo democratici, di Egitto e Libia.
Quale è o dovrebbe essere la linea di demarcazione, oltre la quale si può affermare la necessità di cooperare con una dittatura che lasci spazio a una logica diversa, si chiedono alcuni giornali ?
L'Unione Europea in merito alle critiche mosse da Draghi ha ulteriormente dichiarato che le critiche a quel paese "riguardano la libertà di espressione, i diritti fondamentali, la situazione del sistema giudiziario".
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