Parliamo di emigrazione
e di immigrazione (3)
Stiamo affrontando la seria e complessa problematica dell'emigrazione italiana, meridionale, siciliana e contessiota, verso l'estero degli ultimi centocinquanta anni.
Nel corso della "riflessione" scopriremo che le nostre ragioni, quelle che hanno indotto migliaia e migliaia di contessioti a lasciare il paese d'origine sono identiche, senza margini di differenzaa, rispetto alle ragioni di centinaia (migliaia) di africani e medio-orientali che ai nostri giorni lasciano la loro terra.
Perchè ci siamo imbarcati in questa non facile impresa a difesa della dinamica universale/atemporale dell'emigrazione/immigrazione ?
E' semplice! perchè nelle recenti elezioni, sia politiche che europee, avere constatato che la stragrande maggioranza dei contessioti (e meridionali) hanno votato contro la dinamica umana ed universale emigrazione/immigraazione l'abbiamo ritenuto il massimo della illogicità umana.
Ci siamo chiesti ma quel 70-80% di contessioti che hanno votato per i populisti (M5S e Lega) con quale logica l'hanno fatto sapendo che i loro figli, fratelli, cugini, zii e parenti vari sono emigrati in Germania, Svizzera, Francia, Australia, Americhe etc. ?
Ci siamo chiesti: con quale coraggio si va ogni anno presso la Chiesa dell'Odigitria il giorno di Pentecoste a cantare "O e bukura More" canto nostalgico della patria perduta, rievocando il distacco, se poi nell'urna si esprimono sentimenti di disprezzo verso i miserabili del pianeta ?
Fatta la premessa, passiamo ad argomentare sul perchè riteniamo che "Il Pianeta sia di tutti", ovviamente nel rispetto dei principi di umanità e dell'ordinamento giuridico vigente nei vari paesi.
E' noto a tutti, a tutti i popoli del pianeta, che il movimento migratorio (di massa) è iniziato nel periodo post-napoleonico e più sostanzialmente con la fine del regime feudale, quando gli esseri umani cessarono di essere proprietà dei baroni.
Il fenomeno, in Sicilia, assunse aspetti macroscopici via via sempre più crescenti nel dopo-unità d'Italia. I libri di Storia, i registri storici delle società di navigazione, già nel 1860-1861 assegnano in tutta l'isola di Sicilia un primato di espatri verso la Louisiania al comune di Contessa. Nell'arco di appena un anno erano emigrati tre o quattrocento braccianti locali. La gran parte al seguito dei "garibaldini", i fratelli Vaccaro, che prima di partire si erano confrontati con l'arbëreshe Francesco Crispi, luogotenente di Garibaldi, per conoscere in cosa sarebbe stato il "nuovo" rispetto al vecchio regime.
Riprodurremo (ripubblicheremo) in una prossima occasione su questa rubrica un documento pubblico con cui a Contessa i latifondisti (post-feudalesimo) nell'anno 1861 invocano tramite un loro portavoce il blocco immediato del flusso migratorio perchè il sistema agrario (cioè i loro interessi) minacciava di bloccarsi, di soffrirne.
La Riflessione
Se ad appena pochi mesi dall'Unità d'Itala, da Contessa, si emigrava nell'ordine di centinaia e centinaia di persone è segno che quelle persone non andarono via per fare i turisti o perchè già conoscevano il potenziale economico del Nuovo Mondo.
Andarono via perchè avevano fame !
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