Continuiamo nel tentativo di dare uno sguardo a grandi tratti su quella che nella Storia è stata la vicenda di Entella. Sul Blog esiste abbastanza materiale descrittivo e di rievocazione storica sulla vicenda umana connessa alla Rocca, ma la natura del Blog fa si che perodicamente si torni, da angolazioni diverse, a descrivere ciò che sul territorio c'è stato, è accaduto, e su ciò che oggi persiste o sopraggiunge.
Nei decenni successivi al sisma '68 (precisamente dal 1985) e fino a non molti anni fa la Scuola Normale Superiore di Pisa ha condotto sulla Rocca proficue campagne di scavo sotto la direzione del professore Giuseppe Nenci (1924-1999), a cui è intestato l'Antiquarium di Contessa Entellina.
Detto Antiquarium è nato dalla collaborazione fra la Sovrintendenza BB.CC.AA. di Palermo, il Comune di Contessa Entellina ed il Laboratorio di Topografia Storico-Archeologico della Scuola Normale Superiore di Pisa. Riservandoci di descrivere l'assetto e l'organizzione del Museo, torniamo molto brevemente a descrivere la ricostruzione storico-organica che dagli interventi della Scuola pisana è emersa a beneficio degli amanti delle vicende storico-umane e soprattutto degli amanti del territorio.
Il sito che si stende sulla Rocca fu abitato da genti già nella media età del bronzo (1400 a.C-1200 a.C.) con un accentuato processo di urbanizzazione che comincia nel tardo-arcaico e prosegue con la realizzazione di diverse strutture legate al culto locale ma anche di impronta greca. Questa tipologia costruttiva continuò fino al periodo ellenistico.
La città continuò a sussistere nel periodo romano, in quello bizantino nonchè in quello successivo arabo. Proprio perchè ultimo baluardo saraceno in Sicilia la città -dopo lungo assedio- venne distrutta da Federico II di Svevia nel 1246.
Il sito fu riproposto alla memoria della gente e degli storici nel XVI secolo dall'abate Tommaso Fazello -studiso di Storia residente nella vicina città di Sciacca- che individuò le rovine dell'antica Entella sulla Rocca.
Aggiungiamo che sin dalla metà del XV e poi nei secoli a seguire gli arbëreshe insediatisi nel territorio dell'odierna Contessa Entellina per facilitare l'allestimento delle loro abitazioni in muratura con pietrame già squadrato attinsero, a quanto leggiamo su alcune ricostruzioni storiche, dalle rovine che stavano sulla Rocca.
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