Vivere Contessa
Vivere il territorio
L'area territoriale del Belice, quella interessata nel 1968 dagli eventi sismici, ebbe una estensione superiore ai centomila ettari ripartita fra le tre province di Palermo, Trapani, Agrigento.
Diga Garcia, intestata al giornalista Mario Francese assassinato dalla mafia |
La delimitazione di prima fascia dei comuni più coinvolti ha interessato:
-Calatafimi,
-Gibellina,
-Partanna,
-Poggioreale,
-Salaparuta,
-Salemi,
-Vita,
-Menfi,
-Montevago,
-Sambuca di Sicilia,
-S. Margherita Belice,
-Camporeale,
-Contessa Entellina,
-Roccamena.
Per continuità fisica, economica, demografica e sociale nel contesto della Vallata furono prese, in occasione programmatoria, anche 12.000 mila ettari del vastissimo territorio di Monreale che, come tutti sappiamo lambisce l'area della diga Garcia.
L'area territoriale complessivamente presa in considerazione dal successivo Piano Integrato del Belice fu di poco oltre i 125mila ettari.
L'angolo di Sicilia sopra brevemente evocato non era mai stato studiato, fotografato, misurato nel suo aspetto umano, sociale, economico dagli organi pubblici, se non dai decennali censimenti che mai mostrarono alcuna utilità in termini di ricadute e/o interventi pubblici.
Cosa ci proponiamo di evidenziare ?
Che la dimensione di quella tragedia sismica, nel 1968, non fu delimitata e circoscritta solamente da un evento che frequentemente i media ci ricordano che capiti un pò in tutti i punti fragili del pianeta. Non si trattò semplicemente, nella Valle, di dover ricostruire delle case, dei paesi. No.
In quell'anno 1968 quell'evento sismico venne a scoverchiare un mondo, un assetto vivente e produttivo, analogo a quello di millenni prima.
Il mondo venne a conoscenza che qui -nei nstri contesti- vigeva ancora la società contadina, quella che -ebbe a riportare sul Giornale di Sicilia Roberto Ciuni e poi ripresa dallo storico Giuseppe Carlo Marino- ruotava su tre cellule: casa, stalla, zappa.
Quella realtà di arretratezza (che causò trecento vittime) colpì la sensibilità del Paese, e il merito del lento e mai ad oggi completato processo di crescita e modernzzazione della Valle va ascritto oltre che alle lotte che furono promosse dai Sindacati e dai Sindaci anche e soprattutto ai giornalisti ed agli storici e sociologi (fra i quali siamo certamente debitori, in quanto contessioti, ad Anton Blok) che seppero mettere in luce lo stato di arretratezza della Valle.
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