"La
Liturgia cristiana (bizantina) ha forse la sua radice nel vaso di nardo
prezioso che Maria Maddalena versò sul capo e sui piedi del Redentore nella
casa di Simone il Lebbroso, la sera precedente alla Cena.
Sembra
che il Maestro si innamorasse di quello spreco incantevole. Non soltanto lo
oppose alteramente alla torva filantropia di Giuda che, molto tipicamente, ne
reclamava il prezzo per i poveri. 'Avrete sempre i poveri, ma non avrete sempre
me' -(...) ma addirittura replicò quel gesto la sera dopo, quando,
pre-cinto e inginocchiato, lavò con le Sue mani i piedi dei dodici
Apostoli, allo stesso modo che Maddalena, scivolando tra il giaciglio e il
muro, aveva lavato i suoi".
Cristina Campo, scrittrice, poetessa e
traduttrice italiana (25.04.1923-10-01-1977).
Per la Campo lo splendore della forma, dei gesti, è quindi un elemento necessario di lode, è una esplicita manifestazione della "Bellezza", una immagine terrena della Perfezione.
SAN BASILIO di CESAREA
«“Vendi quello che hai e dallo ai poveri” (Mt 19,22) …: perché, anche se non hai ucciso o commesso adulterio o rubato o detto falsa testimonianza, non ti serve a nulla se non fai anche il resto: solo in tale modo potrai entrare nel regno di Dio» (Omelia contro i ricchi 1). Chi infatti, secondo il comandamento di Dio, vuole amare il prossimo come se stesso, «non deve possedere niente di più di quello che possiede il suo prossimo» (ibid.).
«Sei povero?», domandava; «l’altro è più povero di te. Tu hai il pane per dieci giorni, lui per uno soltanto. Ciò che t’avanza ed abbonda, questo tu – come persona buona e benevola – dividilo equamente col bisognoso. Non dubitare di donare del tuo poco; non anteporre il tuo vantaggio all’emergenza pubblica! Se il tuo cibo è ridotto ad un unico pane e davanti alla porta sosta un mendicante, tira fuori dalla tua dispensa quell’unico pane e, postolo sulle mani e guardando al cielo, di’ con voce lamentosa e amorevole: “Ho solo quest’unico pane che vedi, o Signore, e il pericolo della fame evidentemente incombe. Pongo però davanti a me il tuo comandamento e del mio poco offro una parte al fratello affamato. Ora tu stesso vieni in aiuto del tuo servo esposto al rischio. Conosco la tua bontà, confido nella tua potenza”» (Omelia in tempo di fame e di siccità 6).
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