Historia magistra vitae
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10 settembre 1943, Roma si arrende alle truppe naziste.
L’occupazione tedesca di Roma, iniziata sin dall'8 settembre -data in cui si diffuse notizia della resa dell'Italia agli alleati anglo-americani- si concluse appena due giorni dopo con la firma di un documento di resa firmato dal tenente colonnello Leandro Giaccone.
L’accordo avrebbe voluto Roma città aperta, ma la città fu successivamente occupata dalle truppe tedesche che affluirono rapidamente sia da Sud che da Nord della penisola.
I militari del regio esercito italiano furono disarmati.
I due giorni di battaglia per conquistare Roma furono aspri e coinvolsero la popolazione civile seppure in un contesto di estrema disorganizzazione complessiva.
L'evento ebbe notevole importanza sul corso successivo della guerra. Già il 9 settembre fu costituito in via Carlo Poma il CLN – Comitato di Liberazione Nazionale, premessa alla guerra di Resistenza-
Tra le conseguenze vi furono:
1) la deportazione di numerosi civili,
2) l’eccidio delle Fosse Ardeatine
3) il 16 ottobre del 1943 il rastrellamento del ghetto di Roma, una retata in cui vennero portate via 1259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, appartenenti alla comunità ebraica della Capitale.
4) Il 24 marzo del 1944 l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono trucidati senza preavviso 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella, compiuto il giorno prima e in cui persero la vita 33 soldati tedeschi.
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