L'Esaltazione della Croce nel
rito greco-bizantino oltre che essere commemorata due volte la settimana (mercoledì e
venerdì) è poi rievocata ancora la terza domenica di Quaresima, il 7 maggio e il 1° agosto, ed
il 14 settembre in un linguaggio che ove
non bene letto ed interpretato nella Fede di chi crede lascia fortemente impressionato
l'uomo che rincorre il successo nel travaglio di questo terzo millennio. L'uomo abituato a ragionare e tenere presente che 4+4 fanno 8, e
basta.
I testi liturgici bizantini, di contro, mettono in
linea fra loro l'albero biblico del paradiso e quello evangelico della Croce: "Croce venerabilissima che le schiere
angeliche circondano gioiose, oggi, nella tua esaltazione, per divino volere
risollevi tutti coloro che, per l'inganno di quel frutto, erano stati scacciati
ed erano precipitati nella morte"; "nel paradiso un tempo un albero
mi ha spogliato, perché facendomene gustare il frutto, il nemico ha introdotto
la morte; ma l'albero della Croce, che porta agli uomini l'abito della vita, è
stato piantato sulla terra, e tutto il mondo si è riempito di ogni gioia";
"la Croce che ha portato l'Altissimo, quale grappolo pieno di vita, si
mostra oggi elevata da terra: per essa
siamo stati tutti attratti a Dio, e la morte è stata del tutto inghiottita. O
albero immacolato, per il quale gustiamo il cibo immortale dell'Eden, dando
gloria a Cristo!".
Un tropario così riassume
il mistero della salvezza: "Col
sangue di Dio viene lavato il veleno del serpente, ed è annullata la
maledizione della giusta condanna per l'ingiusta condanna inflitta al
giusto: poiché con un albero bisognava
risanare l'albero, e con la passione dell'impassibile distruggere nell'albero
le passioni del condannato". In pratica con la Croce si è in presenza del
"riscatto".
Il rito che oggi si ripete in
tutte le Chiese dell'Eparchia di Piana degli Albanesi ed in tutto il mondo di
tradizione bizantina dell'esaltazione e
della venerazione della santa Croce possiamo così tratteggiarlo e così lo descrive pure L'Osservatore Romano:
Il sacerdote prende dall'altare
il vassoio che contiene la Croce preziosa collocata in mezzo a foglie di
basilico - l'erba profumata che, secondo la tradizione, era l'unica a crescere
sul Calvario e che attorniava la Croce quando fu ritrovata dalla madre
dell'Imperatore Costantino- e in processione lo porta tenendo il vassoio sulla
sua testa fino in mezzo alla chiesa. Lì depone il vassoio su un tavolino, fa
tre prostrazioni fino a terra e, prendendo in mano la Croce con le foglie di
basilico, guardando a oriente, la innalza sopra il proprio capo, poi l'abbassa
fino a terra e infine traccia il segno di croce, mentre i fedeli cantano per
cento volte "Kyrie eleison".
Ripetendo questa grande
benedizione verso i quattro punti cardinali e di nuovo verso oriente, il
sacerdote invoca la misericordia e la benedizione del Signore sulla Chiesa e
sul mondo intero. Al termine, il sacerdote innalza la Croce e con essa benedice
il popolo che poi passa a venerarla e riceve delle foglie di basilico, per
ricordare il buon profumo del Cristo risorto che i cristiani sono chiamati a
testimoniare nel mondo.
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