"Scindersi", specializzazione della Sinistra
Oggi alcuni giornali evidenziano come in Italia la Sinistra non ha mai saputo stare e convivere unita.
Il Sole 24Ore ricrda come nel 1921 l’ala di sinistra del Partito Socialista Italiano, guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci, decise di separarsi dal resto del partito durante il XVII Congresso socialista (scissione di Livorno).
La frazione comunista, di fronte al rifiuto della maggioranza del partito di accogliere la sollecitazione del Comintern ed estromettere i riformisti dal PSI, abbandonò i lavori dando vita al Partito Comunista d’Italia.
Furono 58.783 gli iscritti che lasciarono il Partito Socialista Italiano. Il nuovo partito affrontò la prova delle urne, per la prima volta, alle politiche del 1921, ottenendo 304.719 voti, equivalenti a un 4,6% e a 15 seggi alla Camera. Il Partito Socialista raggiunse, con 1.569.559 voti, il 24,7%, guadagnandosi 123 seggi.
Nel dopoguerra il numero delle scissioni è difficile da contare. Ricordiamo le principali sigle che ci vengono a casaccio in mente: Psi, Pci, Psdi, Psiup, Pdup, Il Manifesto, Dp, Verdi, Pds, La Rete, Rifondazione Comunista, Sdi, ... sono proprio troppi, è difficile ricordarli tutti.
Si, è un vizio della sinistra quello di scindersi.
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