Il lungo cammino del Diritto
dall'antichità alla contemporaneità
Viviamo nel terzo millennio dell'era cristiana e, almeno nei paesi euro-americano-australiano, siamo o dovremmo essere cittadini, ossia titolari di diritti nei confronti degli altri, dei terzi, e delle istituzioni tutte.
Quante volte i nostri antenati, nei loro rapporti con le istituzioni, con le "autorità" hanno avuto a che fare più con le "sanzioni", con le "restrizioni", con i "divieti" piuttosto che con il godimento della piena libertà e del godimento della bellezza della vita e della natura?
Per restare alla storia della nascente Contessa feudale, (già ai primi del cinquecento) mai mancarono, come del resto in tutta l'Isola, gli eventi truculenti che derivavano dalle "sanzioni", quelle determinazioni delle Autorità che toglievano la libertà e talvolta addirittura tagliavano a pezzi il corpo del debitore per soddisfare l'ira dei creditori rimasti insoluti.
Allora, in quell'inizio di modernità la libertà e l'integrità dei debitori non era un principio da rispettare nè sul piano religioso nè su quello giuridico. Il debitore poteva essere seviziato ed ucciso in maniera tormentosa per soddisfare l'insolvenza -per quella via- capitata ai danni del benessere del creditore.
A partire da queste riflessioni ci proponioamo, lungo il 2022, di riflettere come il "diritto", l'evoluzione del pensiero giuridico in Occidente ha via via allineato molti comportamenti pubblici alle concezioni prossime al rispetto della "dignità" umana, rispetto dovuto ad ogni essere, ad ogni persona.
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