La lunga storia del concetto politico di
"democrazia-riformista":
volontariato e prime associazioni
L'affermarsi dell'idea della dignità di ciascun essere umano, predicato all'alba del Cristianesimo ma rimasta sempre inascoltata, comincia -con molta lentezza- ad affermarsi, come ricordato nella precedente pagina, nel dopo Rivoluzione Francese. E non si trattò di una volontà sviluppata da una qualche Assemblea o da una qualche autorità pubblica. All'inizio si trattò di tanti movimento dal basso, cresciuti nello spontaneo coaugulo di forze di progresso, generose e spesso magari confuse ed indecise sugli obiettivi finali.
Nelle regioni del Nord (Liguria, Lombardia e Piemonte) col volontariato e l'associazionismo si posero inoltre le basi per costruire il movimento democratico e socialista.
Quello stesso iniziale seme di solidarietà e di associazionismo, con l'emigrazione di massa di fine Ottocento, viene portato al di là dell'Atlantico, dove nel Sud e nel Nord America darà luogo a migliaia di organizzazioni che come qui, in Italia, verranno intestate a Garibaldi e a Mazzini, all'insegna dei motti di fraternità, libertà, italianità. Qualcosa di analogo e con spirito cattolico inizia, pure in quegli anni a svilupparti sia in Italia che nelle comunità italiane emigrate, e fra queste possiamo annoverare l'Associazione dei contessioti emigrati a New Orleans, la "Contessa Entellina", tuttora esistente e il cui statuto ricorda i valori sopra ricordati, sia pure nel contesto dei giorni correnti.
Quel clima culturale della seconda metà dell'Ottocento vide inoltre tanti maestri, medici e filantropi dedicarsi volontariamente per diffondere lo spirito della solidarietà umana. Questo fu, -ancora- in più paesi europei ed in più parti del Nuovo Mondo americato, il contesto in cui nacquero i primi partiti politici democratico-socialisti.
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