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venerdì 28 gennaio 2022

Elezione Presidente. Centro-Destra diviso e Centro-Sinistra senza solidi approcci

 Salvini prova a ricucire con la Meloni per portare -in mattinata-  la candidatura-bandiera della presidente del Senato o -se la Meloni non ci sta- quella del magistrato Nordio. Dovesse fallire il tentativo unitario a destra non resta, al Centro-Destra,  che condividere col Pd l'ipotesi Casini, anch'egli da una vita uomo della Destra.

 La situazione complessiva mostra nel sottofondo un prosperare di candidature che sorgono e poche ore dopo tramontano. La scelta del Centro-Destra, che sulla carta sarebbe lo schieramento maggioritario, è di provare con l'aiuto degli "sbandati" del M5S un colpaccio o -se il tentativo fallisce- chiudere col Pd, il partito che sulla carta sarebbe partito di Sinistra che però non sa - e verosimilmente non può- andare col sostegno molto teorico del M5S oltre il centrista Casini. 

 Al di là della figura istituzionale della Casellati, il Centro-Destra è pure tentato di puntare su una figura di "destra", addirittura su un amico di Putin: il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, ministro degli esteri durante i governi berlusconiani. Ma questo eventuale passo significherebbe la sicura fine dei governi istituzionali con Draghi, che quasi sicuramente non rimarrebbe al suo posto senza l'ampia alleanza di governo. La tentazione di Salvini nasce dal sostanziale disfacimento del M5S, diviso fra più orientamenti.

  Ogni ipotesi resta comunque sempre aleatoria. Ai nostri giorni -lo ripetiamo- non esistono più i partiti solidi della Prima Repubblica e le odierne cordate si fondano non sulle visioni di un certo tipo di società ma sulla convenienza immediata, quella del momento. Tutto frutto del populismo, bandiera e certificato di nascita del M5S, ma anche dell'assoluta carenza di visione di società sia del Centro-Destra, che della sostanziale inesistenza di una vera forza di Centro-Sinistra.

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