È finito poco dopo le 21.30 lo spoglio della prima giornata di votazioni per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica. Non essendo stato raggiunto il quorum prescritto e' stata convocata la seconda votazione per oggi, martedì 25 gennaio, alle 15.
Al di là dei tanti voti dispersi su tanti personaggi e delle oltre 600 schede bianche, c'è da evidenziare che le varie ed articolate parti politiche ieri hanno iniziato a dialogare, ad aprire varchi di ancora lontane intese verso l'approdo.
Dopo il ritiro della candidatura di Berlusconi l'iniziativa delle trattative per il Centro Destra è passata a Salvini. Per il centro-Sinistra e' Letta a provare a tenere "stretto" il difficile e frastagliato mondo populista dei 5Stelle. Ma ad oggi, nonostante pure Draghi abbia rotto il silenzio lasciando intendere di essere disponibile per il Colle, si è ad un vicolo chiuso, cieco. Draghi Presidente significa infatti lasciare gestire i fondi PNRR a chi? Alla notoria inaffidabile classe politica che ci ritroviamo a destra e a sinistra? Inizierebbe il cammino del nostro sistema verso il presidenzialismo?
I partiti, in realtà temono e conseguentemente esigono assicurazioni da Draghi e non solamente da lui che chiunque vada al Quirinale non sciolga anticipatamente il Parlamento senza che sia ancora maturato il periodo al diritto del vitalizio. Elezioni anticipate significano, peraltro, successivo numero ridotto di un terzo dei parlamentari eletti.
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