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sabato 22 gennaio 2022

Era il 22 gennaio

1980 

Andrei Sakharov viene arrestato Mosca.

Andrej Dmitrievič Sacharov è stato un fisico sovietico, famoso nel mondo dapprima per il contributo alla messa a punto della bomba all'idrogeno e successivamente per la sua attività in favore dei diritti civili che gli valse il premio Nobel per la pace.

Nella Russia Sovietica dopo gli anni 70-80 del Novecento, negli ambienti intellettuali sorge il desiderio del disgelo di quella società poliziesca e repressiva. Negli ambienti culturalmente aperti cominciano a sorgere atteggiamenti di opposizione e fiorisce il variegato mondo dei samzdat (ossia della letteratura clandestina), ed ovviamente perseguita e repressa in vari modi, compreso l'internamento in orrendi ospedali psichiatrici. L'opposizione non cessò comunque di diffondere il suo messaggio, i suoi messaggi che non furono mai uniformi, in quanto andavano dal nazionalismo conservatore e neoslavofilo alle concezioni progressiste, generalmente occidentalizzanti. Fra quest'ultimo filone è da annoverare il fisico Andrej Sacharov, costruttore della prima bomba all'idrogeno sovietica.

Il 22 gennaio 1980 Sacharov viene arrestato nel corso di una manifestazione contro l'invasione russa dell'Afganistan e viene deportato a Gorky. In quanto dissidente e pacifista fu insignito del Nobel per la pace e divenne punto di riferimento della resistenza al regime sovietico. Verrà liberato dal suo esilio solo nel 1987.

Anche ai giorni di Gorbacev le riforme nell'Urss non furono automatiche. Fu varata una legge elettorale che disegnava un parlamento eterogeneo con 2250 deputati, ossia inefficiente e dove non tutti possedevano pari ruoli e funzioni. Una simile anomalia era ovvio che avrebbe creato contrasti. Da subito Boris El'cin ed il fisico Andrej Sacharor richiesero la riforma elettorale. 

Non era quella la democrazia che si richiedeva.

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