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venerdì 9 agosto 2019

Vivere al meglio Contessa

Vivere Contessa
Vivere il Territorio

Se la Sicilia medievale post-distruzione della città di Entella (a. 1246), soprattutto nelle aree non costiere, è quella delle mandrie e delle masserie con rare case sparse per la campagna e con manodopera bracciantile che nella stagione estiva deve arrivare dalla Calabria, al punto che in quella che oggi è denominata Valle del Belice non vi sorge alcun centro abitato, è facile capire le motivazioni che inducono i vicerè del Regno di Sicilia, che fossero Peralta e/o Cardona, e nel contempo baroni di vastissimi territori da Mazzara a Caltanisetta, ad indirizzare parte dei flussi di albanesi in arrivo a Messina, dopo aver attraversato dai porti pugliesi per intero le Calabrie,  sui loro domini belicini.

Domini belicini assolutamente privi, fino ad allora -alla metà del XV secolo-, di centri abitati.
Le strade deserte costituiscono
la costante nell'area entro cui
insistono tanti paesi del Corleonese,
fra cui Contessa.
Finora non attraggono l'interesse
e/o la curiosità dei politici.
Non esisteva Menfi, che verrà fondata a metà del 1600, al pari non esiisteva Santa Margherita Belice la cui licentia populandi è del 2 giugno 1572 e nemmeno Montevago (che verrà fondato nel 1636).
Anche Poggioreale, che sorge attorno al 1600, e Salaparuta due secoli dopo, non esistevano in quanto centri abitati. 
Spostandoci più a Nord, sia Camporeale che Roccamena sorgeranno alla fine del settecento.

Contessa sarà quindi, fra tutti i paesi del Belice, il primo paese, ovvero il primo centro abitato, ad essere fondato e a costituire il tipico habitat rurale nell'area. Ad est del nuovo insediamento di contro esistevano gìà Bisacquino, Chiusa, Giuliana, Burgio. Esisteva pure Corleone.
Con la fondazione di Contessa sul territorio disabitato, se non con casolari, masserie etc,, inizia a cura  e volontà dei baroni la modificazione in un certo senso anonima, spontanea, senza piano nè licenze regie di fondazione dei nuovi centri abitati belicini. Le licenze regie vengono infatti richiesti in rari casi. Ma su questo aspetto della storia avremo modo di tornare.
Dalla seconda metà del XV secolo inizia fino al XVIII secolo il processo via via sempre più ampio di costruzioni di centri rurali a beneficio della messa a cultura dell'intera Valle del Belice. E' ovvio che nessun centro otterrà mai  il titolo e le attribuzioni di "città demaniale". Tutti i paesi beliciini saranno paesi feudali, proprietà di un Signore.
L'incremento democrafico del XVI secolo e la rimessa a coltura di tante aree abbandonate sin dal crollo di Entella consentirono pure l'espandersi delle aree arbustive; ma non eccessivamente.

Sul territorio che sarà in qualche modo di pertinenza della comuntà di Contessa resteranno a lungo i segni del tipo di economia che si svilupperà: la cerealicola-latifondistica. 
Ma di questo tratteremo dopo che avremo detto qualcosa sulle condizioni di insediamento degli arbëreshe nella zona a valle di Brignet.

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