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venerdì 16 agosto 2019

Vivere al meglio Contessa

Vivere Contessa
Vivere il Territorio

Ci stiamo occupando del territorio della Sicilia Occidentale e specificatamente di quello della Valle del Belice nei due secoli successivi alla distruzione di Entella ad opera dell'Imperatore Svevo Federico II, secoli anteriori al sorgere di Contessa. In questa pagina -per oggi- ci dedicheremo ad una sorta di riepilogo in vista di ulteriormente spaziare sul Medio Evo post-distruzione di Entella.

Il territorio era allora non intensamente coltivato e ancor meno lo era abitato. Nell'area prossima a dove a metà XV secolo sorgerà Contessa si intersecavano gli interessi economiici e di influenza di due (o meglio di tre ) grossi signri feudatali: uno laico dei Peralta e successivamente dei Cardona, e due clericali della Curia di Monreale e del Monastero di Santa Maria del Bosco.

Sullo sfondo Brjgnet
La forza lavoro era costituita dai "villani", gente priva di identità e di diritti, generalmente discendente dagli arabo-mussulmani che abitavano in casali (aggregati di pagliai sparsi per la campagna con consistenza di poche decine di unità al servizio del "padrone" feudale. Questi era padrone assoluto del loro destino e della loro vita. Li poteva cedere ad altri feudatari dietro pagamento, giudicarli, incarcerarli, eliminare).
Esistevano anche dei complessi murari adibiti a masseria e a sede per le mandrie del bestiame. Il tutto al servizio del proprietario:
-Monastero di Santa Maria
-Baroni Peralta/Cardona
-Curia Arcivescovile di Monreale, la cui area di influenza e dominio era nella parte Nord/Est dell'odierno territorio di Contessa (in direzione di Corleone-Bisacquino). Vedremo in seguito che la cura (o l'obbligo) di convertire gli ortodossi che arriveranno dall'Albania nel XV secolo competerà a Contessa infatti al Vescovo di Agrigento.

A prescindere dai "casali" e dalle masserie, in tutta la Valle del Belice non esisteva una "città demaniale", ossia una realtà comunitaria che si autogestisse e facesse riferimento alla Corte Regia. Con vicissitudini alterne lo fu Corleone. Bisacquino fu invece realtà paesana di proprietà della Curia d Monreale, mentre Giuliana, Chiusa e Burgio erano realtà di "proprietà" dei Peralta.

Come mai un quadro dis-umano in pieno Medio Evo, in un periodo di esclusiva cultura cristiana ? 
Il quadro corrispondente nel Nord Italia -nello stesso periodo- si presenta molto più variegato e con la stragrande maggioranza delle persone che vive in "centri demaniali" e almeno teoricamente da uomini liberi.
La risposta che gli storici, gli studiosi, danno sul sistema servile e sulla assoluta mancanza di dignità e diritti dei "villani", che poi erano l'assoluta o totale maggioranza di chi nella Valle abitava, è che vigeva un sistema economico di sussistenza e privo di sollecitazioni intellettuali e spirituali che lentamente e attraverso altri secoli di vicissitudini troveranno stimolo al cambiamento con l'introduzione dell'economia di mercato.
L'economia, il sistema sociale, quindi; non la cultura cristiana. Dovremo e vorremmo, fra i tanti propositi che abbiamo immaginato di inseguire, capire. 

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