SFOGLIANDO I GIORNALI
Fra Pd e M5S forse esistono punti di convergenza su obiettivi sociali, ma non si possono ignorare le distanze che esistono su rilevanti aspetti, primo fra tutti sul concetto di "democrazia".
All'orizzonte si intravedno misure dure, impopolari, che il governo dovrà prendere, nel caso in cui s’interrompesse la legislatura.
La situazione in cui versa l’Italia è tale, che non ci si può non augurare al più presto un governo da considerare come una diga, uno sbarramento, una difesa, e insieme anche come l’inizio di un periodo di intervallo, di sospensione rispetto allo stridere delle tensioni politiche..
Esiste la confusione di molti, anzi moltissimi cittadini, che sono disorientati, sconcertati, intimoriti. Chi legge i giornali segue le complicate vicissitudini quotidiane della politica, ma è ormai, in Italia, una ristretta minoranza. Tantissimi invece si lasciano trasprtare della feroce, spregiudicata propaganda di sovranisti e populisti e non hanno i mezzi per interpretare la drammaticità degli eventi, i pericoli che il paese corre e che loro stessi, come cittadini, corrono. E' l’effetto di quelle politiche perseguite negli ultimi decenni, che hanno calpestato l’istruzione, dimenticato e demonizzato la cultura, cancellato la ricerca.
Alla guida di un’ultradestra c’è l’ex ministro dell’Interno che non fa mistero di voler virare verso uno Stato di polizia e agita spauracchi di ogni genere, gridando all’invasione dei «clandestini», puntando l’indice contro una fantomatica «sostituzione etnica».
Molti, troppi, l’hanno seguito e lo seguono senza rendersi conto di essere le prime vittime della politica della paura dal momento che il governo giallo-verde si è concluso senza aver fatto il necessario contro la precarietà, l’incertezza economica, la disoccupazione, il Meridione.
Il Pd è daltronde lacerato e incerto fra l’anima liberale che annulla quella «sociale».
Nessun commento:
Posta un commento