Capita che
quando si raggiunge un limite (variabile da persona a persona) della propria
età si provi, o meglio, si desideri individuare la verità su se stessi, sul
mondo, sulla storia che ci sta attorno.
Cosa ricordiamo della nostra infanzia ?
Si vorrebbe andare indietro, il più indietro possibile, con i ricordi, con la memoria. E però non si riesce. Pare si tratti di quel fenomeno che Sigmund Freud chiamò amnesia infantile, mistero delle neuroscienze ad oggi -leggo su giornali- irrisolto.
Eppure episodi di quando ancora a 4 o 5 anni si frequentava nella mattinata l'asilo del paese e poi nel pomeriggio si giocava fino a sera per le strade spesso senza selciato del paese tornano alla memoria.
Più ragazzi sui 6-7 anni quando si imbattevano in persone anziane, che erano -si diceva- sorde o mute o semplicemente malvestiti perchè poveri, li pigliavano a sassate.
Si era nella prima metà degli anni cinquanta e nè le famiglie, nè la Chiesa, nè la Scuola avevano allora saputo insegnare il rispetto degli esseri umani sfortunati.
Erano anni di generale disaggio sociale, culturale ed economico post-guerra e si era prima della grande emigrazione verso la Germania, la Svizzera ...
Si trattava allora di quel disaggio che oggi in tanti fra noi non intendono riconoscere in chi proviene dall'Africa.
Certo, adesso non si usa ancora pigliare a sassate gli sfortunati della vita, ma si infilano schede nelle urne elettorali che si risolvono in sassate virtuali e/o respingimenti.
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