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lunedì 5 agosto 2019

Riflessione e territorio. Che futuro per le piccole realtà municipali

Chi riflette sullo spopolamento ?

In questi giorni i giornali tutti, di destra e di sinistra, ci informano su dati allarmanti che riguardano il Mezzogiorno d'Italia. Lo spopolamento dei territori. Ai nostri giorni ad emigrare non sono più padri di famiglia con una valigia di cartone legata con lo spago. No, qui in Sicilia e nel resto del Meridione, si parte da Punta Raisi e/o da Fontanarossa e in stragrande maggioranza a cercare ccupazione sono giovani (il 72% si tratta di giovani con meno di 34 anni, forniti di diploma superiore, di laurea e di dottorato).

Per gli amministratori ed i politici leghisti e M5S, che si allarmano per poche centinaia di immigrati che sbarcano sulle nostre coste potrebbe essere interessante sapere che sono più numerosi i nostri giovani del Sud che vanno nel Centro-Nord (e soprattutto all'estero) per lavorare e/o studiare che gli stranieri immigrati che scelgono di restare nel Sud pur di sopravvivere dalle situazioni gravi esistenti nei loro paesi di provenienza (miseria, guerre e mancanza di diritti umani).
In sedici anni fra entrate di immigrati stranieri e deflusso di emigrati meridionali il Sud ha perso più di 850mila persone.

Se l'Italia, secondo gli studi dei ricercatori, non cresce dal punto di vista economico, unica in Europa, il Meridione decisamente invece decresce, ossia contribuisce alla ricchezza annua con segni via via meno (-%). Nel Sud conseguentemente diminuisce il numero degli occupati. Più scorrono gli anni e minori sono le opportunità.
I continui minori investimenti sono divenuti insufficenti non solo ad espandere le opportunità lavorative, ma addirittura insufficienti a mantenere in decenza persino le infrastrutture realizzate in altre condizioni economiche e in altre situazioni politico-amministrative.

DOVE STA IL PROBLEMA DI 
CONTESSA ENTELLINA ?
Il grafico qui sotto riportato mostra l'andamento decrescente della popolazione locale dall'Unità del Paese (1860) e -in particolare- mette in chiaro il deflusso migratorio verso New Orleans da subito dopo le vicende garibaldine (sul Blog abbiamo ampiamente trattato in passato dell'insoddisfazione dei dirigenti garibaldini locali -i f.lli Vaccaro- da subito partiti per l'America avendo capito che "tutto in Sicilia sarebbe cambiato per non cambiare nulla". 
In America essi crearono un impero economico dove gran parte dei contessioti che via via arrivavano a New Orleans trovavano un iniziale punto per "ri-cominciare una nuva vita").  
Il flusso migratorio si accentuò dopo i governi reazionari di Francesco Crispi (ci riferiamo alla vicenda dei Fasci Siciliani) e proseguì sino all'instaurazione del regime fascita. 
Negli anni cinquanta (dopoguerra) l'emigrazione ri-pigliò la corsa in direzione dei paesi europei e rallentò il ritmo solamente nei brevi decenni della ricostruzione post-terremoto.
Nel decennio ultimo (quello dei nostri giorni) non riportato sul grafico il ritmo è divenuto nuovamente "precipitoso". 
Non esistono infatti disegni, progetti e prefigurazioni sul domani. Manca ai nostri giorni la politica.

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