Capita che
quando si raggiunge un limite (variabile da persona a persona) della propria
età si provi, o meglio, si desideri individuare la verità su se stessi, sul
mondo, sulla storia che ci sta attorno.
La familarità con i libri
Negli anni cinquanta del Novecento erano poche, pochissime a Contessa le abitazioni che disponevano di una libreria. C'era in paese la biblioteca comunale gestita una o due volte la settimana da papàs Janni Di Maggio e ne fui assiduo frequentatore. La passione a possedere libri, libri di mia proprietà, iniziò durante la frequenza della Scuola Media quando all'intera classe di prima media fu chiesto (imposto?) di acquistare un testo (Ben Hur). Da allora cominciai ad accumulare. Da allora non sono passati decenni, ma momenti che costituiscono la "vita", che è vita se interpretata grazie ai libri.
Fu una professoressa che insistette perchè conservassi e ricordassi sempre la scansione dei secoli per trovare le chiavi di lettura: i testi del sedicesimo secolo sono rinascimentali, quelli del diciasettesimo classici, quelli del diciottesimo razionali, quell del diciannovesimo descrittivi, quelli del ventesimo "visivi" perchè influenzati dalle immagini e dalla tv.
Chissà come quella professoressa avrebbe classificato l'editoria del ventunesimo secolo.
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