Contiamo di riferire nel tempo su tutti gli eventi rievocativi che nel corso di quest'anno 2018 ricorderanno i tragici fatti del gennaio 1968; fatti che misero a nudo la secolare fragilità socio-umana-economica di quest'angolo di Sicilia. .
Ne daremo conto perchè è bene che le giovani generazioni sappiano del come, perchè e per cosa la Vallata belicina, nella Sicilia Occidentale, ha oggi questo assetto urbanistico-edilizio relativamente soddisfacente e nello stesso tempo è rimasta una delle zone più povere ed arretrate dell'isola dal punto di vista infrastrutturale, socio-economico e pure culturale.
Solamente conoscendo il territorio su cui adesso viviamo, approfondendone la Storia e rivalutandone l'identità, sapremo riconoscerci nel sacrificio e nell'impegno di chi per il riscatto di questa terra ha molto lottato dall'Unità, passando per il Movimento dei Fasci Siciliani e arrivando poi alle lotte contadine per la Riforma Agraria e per la Ricostruzione dal terremoto.
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In occasione dei 50 anni del terremoto del Belìce la Fondazione Sant’Elia ospita a Palermo la mostra 1968/2018 Pausa Sismica. Cinquant’anni dal terremoto del Belìce. Vicende e visioni”, (28 gennaio – 13 marzo).
Inaugurazione il 27 gennaio.
Nella mostra ci saranno gli scatti dei fotoreporter, il primo servizio del radio giornale, i filmati degli archivi Rai. E ancora: il progetto urbanistico per Gibellina Nuova, i bozzetti dei monumenti e le opere degli artisti che, raccogliendo l’appello del sindaco Ludovico Corrao, parteciparono al tentativo di ricostruzione di quel territorio e del suo paesaggio distrutto dal sisma nel segno dell’arte e della land art.
Il progetto espositivo – curato dalla Fondazione Orestiadi e coprodotto dalla Fondazione Sant’Elia, in collaborazione con il Comune di Gibellina – va avanti per sezioni ed è articolato secondo la pluralità di linguaggio che è propria dell’arte:
pittura, scultura, teatro, foto, video, poesia, musica, architettura e installazioni contemporanee.
Si parte dalla cronaca: la notte del terremoto, tra il 14 e il 15 gennaio 1968, e gli scatti dei fotografi – Brai, Giaramidaro, Minnella, Scafidi – che l’indomani si precipitarono nella valle tra Palermo e Trapani; i primi video delle Teche RAI, gli scatti di Letizia Battaglia nella baraccopoli. Quindi la sezione Arte, con opere, fra i tanti, di Guttuso, Schifano, Rotella, Scialoja; bozzetti di sculture e frammenti di scenografie di Pomodoro, Paladino, Consagra, Isgrò per le Orestiadi; il progetto urbanistico per Gibellina Nuova, il Cretto di Burri, i versi dei poeti, la musica, l’archivio orale e molto altro ancora.
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