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mercoledì 24 gennaio 2018

Valle del Belice. Il territorio

In rapporto all'attuale struttura eoconomica del territorio e alle ipotesi (ad oggi mancanti) di sviluppo che potrebbero (dovrebbero)  essere incentrate su un sistema diffuso di unità produttive a carattere agricolo e (perchè no ?) piccolo-medio industriale, oltre che sulla crescita di un tessuto turistico motivato dalla valorizzazione dei beni ambientali e culturali, nel nostro territorio (Contessa Entellina) siamo all'anno zero.
Le strade deserte di Contessa Entellina (e di quasi tutti i paesi del Belice)
non sono e non devono essere una fatalità.

Se la "buona scuola" dei politicanti non riesce a creare coscienze e vitalità
di cittadini proiettati a cambiare la realtà verso un mndo più civile deve pur esistere un
percorso che faccia intravedere il riscatto di questa terra
Non solamente  la viabilità e i collegamenti con i distretti costieri sono impraticabili e ideati all'epoca dei carretti, ma nessuna formazione e/o impostazione di base esiste nelle giovani generazioni per allenarle alle nuove opprtunità del mondo del lavoro.

La sindacatura di Francesco Di Martino non ha avuto un significato solamente perchè ha voluto e saputo immergersi nei temi urbanistici che il post-terremto richiedeva ma anche perchè, con visione aperta e moderna, ha saputo e voluto intervenre nella preparazione e formazione professionale della manodopera che allora sarebbe stata utile.
A Contessa i lavoratori edili esistenti fino al 1968 venivano definiti "mezza-cazzola", lavoravano con la calcee, sabbia ed altri materiali poveri.
L'Amministrazione Comunale di allora, nella lunga fase di tempo fatta trascorrere dalla Regione Sicilia per addivenre alla definizione ed elaboraziione della strumentazione di pianificazione urbanistica, avviò -congiuntamente all'ente di formazione della Cgil-  più corsi per ferraioli, carpentieri ed altre specialiizzazoni del comparto edilizio. L'intento fu -e così avvenne- che la gran parte degli operai da impegnare nella ricostruzione edilizia fosse locale.
L'Amministrazone di quel tempo non si occupava esclusivamente di attività burocratica ma spaziava in settori ampi perchè la ricostruzione avvenisse non solamente nella realizzazione abitativa ma anche e contemporaeamente nelle nuove professionaltà. 
Più o meno, questa fu la visione di tutti i comuni della Valle. Si lavorò, ne abbiamo riferito frequentemente, per creare persino nuclei attrezzati di sviluppo industriale (rif. Capo Granitola) seppure i governi di allora furono sordi a condividere un assetto occupazionanale e di sviluppo contestuale e successivo alla fase ralizzativa delle nuove abitazioni, e stentavano addirittura a sorreggere la ricostruzione edilizia.  

Oggi lo sviluppo  di una nuova agricoltura, la valorizzazione dei beni ambienntali e culturali non può essere calata dall'alto. E se la scuola pubblica voluta dagli attuali governanti non serve a creare cittadini creativi occorre pensare ad altro.
Non può e non deve essere sempre l'emigrazione delle nuove generazioni a fare da valvolla di sfogo al degrado socio-economico e civile di quest'angolo di Sicilia.

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