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mercoledì 24 gennaio 2018

La cultura dell'Occidente

Filoosofia Spiccia -3-

Il nulla.

Il senso del nulla si contrappone a ciò che costituisce la totalità. Parmenide constata la distanza infinita fra ciò che c'è e ... l'assolutamente nulla. Non s tratta dell'assenza di qualcosa. Quel nulla ha una radicalità totale.

Il rapporto fra il "nulla" e la vita è essenziale fra noi eesseri umani. Nn è la stessa cosa morire senza sapere cosa sia il "nulla" e morire credendo che la morte sia un andare nel nulla (ciò da cui non c'è ritorno).

Nel pensiero mitico, quello precedente la filosofia, p.e. nelle pere di Omero l'al di là è un viaggio da cui si ritorna. La morte, il dolore, assumono il sapore dell'angoscia che è una angoscia comunque inferiore che andare dove c'è il niente (da cui non esiste un riitorno).
La filosofia ha quindi fatto emergere il significato -terrificante- del niente verso cui l'uomo è condotto dal dolore (e dalla morte) e fin dagli albori della civiltà si è impegnata a ... trovare un rimedio contr la morte, a prescindere dal mito.

Ciò che non è sottoposto a morte è salvo dal nulla.

Eschilo, un pre-socratico, dice: "Se si vuole cacciare dalla testa con verità il dolore, allora è necessario rivolgersi al ... divino, ossia all'etere, l'acqua, il fuoco e a tutto ciò che sta al di là di queste cose".
Se si vuole cacciare "con verità" il dolore che rende folli, il sommo rimedo è quindi quello divino che non sottostà alle vicende dell'uscire dal nulla e ritornare nel nulla, che è la vicenda propria delle cose. 

Eraclito osserva le cose particolari e dopo avere rilevato che ciascuna cosa non è altra cosa e che resta quella cosa se non si lascia "invadere" da un'altra cosa, deduce che che ogni coosa è quello che è solo se si oppone all altre cose. Eraclito arriva a sostenere che la guerra è padre di tutte le cose perchè essa è opposizione per la quale ogni cosa sta in sé, impedendo di essere invasa da qualcos'altro che la farebbe svanire.
Eraclito e Parmenide arrivano a ritenere che la cosa comune di tutte le cose è l'opposizione fra esse che sarebbe la regola (logos) secondo cui le cose si cstituiscono.
La regola è il loro stare in sé opponendosi alle altr, innanzitutto nel dio che le contiene tutte. Eraclito dice: "Giorno-notte, inverno-estate, guerra-pace ...", ossia gli opposti stanno insieme (però, nel divino, nel dio). Nel mondo, gli opposti, invece si fanno la guerra in modo tale che, se uno c'è, l'altro non c'è.

(appunti da E. Severino)
   

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