«I Vescovi, attenti ascoltatori del grido dei poveri, manifestano convinta condivisione alla denuncia di quanti, anche presbiteri, hanno evidenziato la distanza tra il sentire della nostra gente e le prospettive di chi è interessato a salvaguardare i privilegi economici di pochi burocrati, a discapito di chi non ha un livello di vita dignitoso».
«Per parte loro le Chiese di Sicilia - dice la Cesi - assicurano che continueranno a venire incontro alle diverse povertà, nelle forme suggerite localmente dalla fantasia della carità, utilizzando anche le risorse derivanti dai fondi dell’otto per mille che i contribuenti destinano alla Chiesa cattolica».
Al documento dei Vescovi così ha replicato
Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars.:
«Basta strali contro i politici e no ad
ingerenze nella campagna elettorale. Se è reale il loro interesse nei confronti
delle azioni che la politica intende intraprendere per aiutare chi vive in
povertà, i vescovi siciliani si informino direttamente con chi ha questa
responsabilità, anziché lanciare strali attraverso comunicati stampa» e ricorda
che «è stata avviata la trattativa con i sindacati e non ci saranno aumenti
contrattuali».
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