··· La vendita di Poste Italiane preoccupa i
postali di Palermo e provincia. Tanto che i sindacati hanno programmato un
pacchetto di assemblee della durata ognuna di due ore (8/10), da oggi fino al
28 giugno, e proclamato lo sciopero dello straordinario e delle prestazioni
aggiuntive dal 9 giugno all'8 luglio, con esclusione del 16 giugno per il
personale applicato negli uffici postali.
Oggi si parte con gli uffici di
Petralia Sottana, Petralia Soprana, Polizzi Generosa, Gangi Centro, Gangi 1,
Ceraci, Alimena, Bompietro, Caltavuturo, Calcarelli, Castellana Sicula, Blufi,
Pianello, Scillato, Sclafani Bagni, Valledolmo.
Domani toccherà alla zona del
Corleonese, mentre dal 10 al 14 giugno le assemblee toccheranno gli uffici di
Palermo. Possibili disagi in vista, dunque, perché alle due ore vanno sommati i
tempi di percorrenza dalle sede dell'assemblea fino all'ufficio di
appartenenza.
La decisione di vendere le azioni di Poste è considerata da Slp
Cisl palermitana «una scelta sbagliata che sacrifica il futuro dell'azienda
sull'altare del debito pubblico», dice il segretario provinciale dei postali
della Cisl, Maurizio Affatigato.
Il sindacato è pronto a battagliare. «Con la
privatizzazione completa di Poste Italiane - dice Affatigato - lo Stato compie
un'operazione che non ha nessun senso economico. Poste Italiane, infatti, è
un'azienda in salute e da quindici anni assicura alle casse del Tesoro ingenti
utili. Si tratta di un patrimonio economico e umano che non può essere disperso
solo per fare un po' di cassa e mettere una pezza ad un debito pubblico che
galoppa per ben altre ragioni».
La Cisl ha proclamato lo stato di agitazione in
tutto il territorio siciliano, perché vendere Poste Italiane per loro significa
«privarsi di uno dei principali attori europei della logistica e dei servizi,
scelta che determinerà gravi ripercussioni anche sulla competitivita del
sistema paese».
Il segretario Slp Cisl punta dritto per la sua strada, non
prima di aver evidenziato che «il piano dell'azienda desta molta preoccupazione
tra i postali».
La protesta si allarga, e sul tavolo delle rivendicazioni il
sindacato mette pure la riorganizzazione del settore e un progetto per la
trasformazione del personale da part-time a full-time.
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