Renzi, scopre in ritardo, che in Italia avanza a grandi passi
l'IGNORANZA
Nel Sud Italia si laurea meno del 20% dei giovani, numeri che in Puglia
e Sicilia si fermano al 14%, esattamente quanto l’Indonesia e il
Sudafrica.
Per capire la malattia che ha svuotato le aule universitarie in tutto il
Paese si può partire da tante angolazioni: la crisi, il lavoro che langue, lo
scarso appeal delle lauree tradizionali o l’affermarsi di corsi alternativi più
professionalizzanti. Tutto vale.
Ma quello che forse ha pesato di più è il decennale disimpegno dello
Stato.
Tutti i premi Nobel per l’economia hanno insistito su un concetto: per uscire dalla
crisi senza le ossa rotte bisogna investire in istruzione. Bene, è esattamente
quello che l’Italia non ha fatto. Dal 2008, anno di
inizio della crisi economica globale, il nostro Paese ha ridotto il
finanziamento pubblico alle università, che otto anni fa era di oltre 6
miliardi, del 22,5%. In Germania è cresciuto del 23%. Contemporaneamente, in
Italia, sono crollate le immatricolazioni: dal 2004 si sono perse 66 mila
matricole, circa il 20% in meno.
(La Stampa)
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