Il Sinodo degli Ortodossi che si tiene a Creta si avvia alla conclusione. La sensazione e' che l'attuale incontro di vescovi sia il primo di una serie a distanza di oltre mille anni dall'ultimo Concilio della Chiesa universale, quando cattolici romani e ortodossi bizantini erano una sola chiesa.
Fra le tematiche finora discusse vi sono:
-la missione della Chiesa ortodossa nella società contemporanea;
-la diaspora;
-la proclamazione dell’autonomia di una Chiesa;
-il digiuno;
-l’impedimento di matrimonio religioso.
Per quanto riguarda la missione della Chiesa nella società contemporanea, con piccole modifica è stato approvato il testo di Chambesy, firmato dai 14 primate delle Chiese nel gennaio del 2016.
Il testo è stato concepito con il contributo di vari pensatori ortodossi non di estrazione clericale.
Il testo sulla diaspora, ossia sulla gestione amministrativa al di fuori dei propri confini nazionali dei fedeli ortodossi sparsi nel mondo a causa della migrazione innova ma non molto sul passato. Fino ad ora ogni Chiesa nazionale nominava i propri vescovi in ogni singolo Stato estero, verificandosi il paradosso che vi siano diversi vescovi ortodossi di diversa provenienza nazionale. In tal modo la distinzione nazionale viene a prevalere sull’unità confessionale. È il retaggio del cosiddetto filetismo, già condannato dal Sinodo di Costantinopoli del 1872.
Per questo motivo si è preferito per il momento di lasciare le cose come stanno, ma procedendo a istituire delle conferenze episcopali in ogni singolo Paese estero, presiedute dal rappresentante di Costantinopoli o da uno altro vescovo, rispettando l’ordine dei canoni gerarchici delle Chiese ortodosse.
Per la concessione dell’autonomia ad un Chiesa all’interno di in Paese di tradizione ortodossa, la concessione spetterà d’ ora in poi alla Chiesa di quel Paese, rispettando però i canoni già stabiliti nella tradizione ortodossa.
Sul digiuno si è creata una contrapposizione tra conservatori e progressisti. I primi di estrazione monastica, i secondi con esperienze più pastorali. E' prevalso il tradizionale spirito ortodosso dell’economia ecclesiastica, per cui - senza sfuggire alle regole stabilite – si permette al vescovo di valutare le singolarità congiunturali e concedere delle deroghe.
Lo stesso criterio è stato applicato sulla questione degli impedimenti ai matrimoni. In particolare la questione che riguarda i preti sposati e rimasti vedovi. In linea di principio anche qui rimangono i canoni già esistenti – che vietano il risposarsi - ma anche qui si permetterà al vescovo di valutare, grazie alla sua esperienza pastorale, i singoli casi e concedere delle deroghe.
Nella giornata di oggi si e' parlato dei rapporti tra mondo ortodosso e Chiesa cattolica.
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