CARLO ALBERTO TREGUA, direttore del QdS
Quelli bravi hanno una grave responsabilità: non
denunciano in maniera forte e chiara il comportamento dei loro colleghi
fannulloni
MATTEO RENZI,
premier
"Sono molto
tranquillo sul sistema bancario. In Europa con le istituzioni finanziarie siamo
pronti a fare tutto quello che serve, se necessario, ma al momento non lo è,
per salvare ogni soldo dei cittadini. Perciò non state a preoccuparvi".
SERGIO ROMANO, ex
ambasciatore e storico
Dopo la sbornia, il
risveglio è amaro. Ed è esattamente quel che sta succedendo in Gran Bretagna.
Le responsabilità maggiori sono sue (ndr. Camerun). Un referendum del genere è populismo,
non è democrazia. I trattati internazionali sono argomenti troppo complessi per
dire dei sì o dei no. La gente non sa che cosa sta andando a votare. E il bello
è che Cameron non pensava all’Europa. Ha creato il
caos per risolvere un suo problema personale.
Il suo partito era spaccato in due, l’Ukip erodeva voti a destra: Cameron
ha promosso il referendum per rimanere al governo e avere un ruolo politico nel
futuro. Risultato? Il suo partito è ancora diviso in due, l’Ukip è risorto dopo
la batosta alle ultime elezioni e lui, prima o dopo, dovrà dimettersi.
Adesso la palla è nelle mani di chi ha a cuore le sorti dell’Unione.
Francia e Germania, soprattutto, ma anche noi italiani. Non fosse altro per il
fatto che siamo i paesi che più degli altri hanno scommesso su questo disegno.
Quando si stava costruendo il mercato unico, Mario Monti, allora
commissario, mi diceva spesso che gli inglesi erano i suoi migliori alleati. Ma
quando cominciò a parlare di coordinamento fiscale, gli alleati diventarono
avversari. Ora è fondamentale che vi sia una politica fiscale comune e un
ministro che sovrintenda l’economia europea. In questo senso, l’assenza degli inglesi
facilita i processi.
Bisogna creare una frontiera comune. Il grosso errore di Schengen è stato
quello di non affrontare questo problema. Se gli immigrati, quando entrano,
possono girare dappertutto, ogni frontiera appartiene a tutti, non solo agli stati
nazionali. Di conseguenza, ognuna di quelle frontiere deve avere le medesime
guardie di frontiera, i medesimi principi di accoglienza. E invece, finora,
ognuno ha fatto quel che voleva. Ricordo ancora, nel 2011, Roberto Maroni che
favorisce il viaggio verso la Francia dei profughi tunisini provoca le
indispettire reazioni francesi…
C’è stato un momento in cui si pensava che l’unità d’Europa dovesse partire
da un esercito comune. Era un momento particolare: la fine della seconda guerra
mondiale, l’inizio della guerra fredda con l’Unione Sovietica. Fu quello il
principio su cui si fondò la Comunità europea di difesa. Ad affossarla fu la
Francia, con il voto congiunto - seppur con motivazioni profondamente diverse -
di comunisti e gollisti.
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