Negli anni di papato di Giovanni Paolo II
(1978-2005), la Chiesa Cattolica (comprendente al suo interno 23 chiese) ha codificato
il suo diritto canonico, Corpus Iuris Canonici, nel quale ha fatto confluire gran parte dei principi ecclesiologici del Concilio Vaticano II
(1962-1965).
Fra questi principi taluni fanno notare,
fanno emergere il concetto di Ecclesia sui iuris, a cui si fa appartenere l’Eparchia di Piana
degli Albanesi.
Questa terminologia canonica –Chiesa sui
iuris- l si ritrova, per la prima
volta, nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali (CCEO) del1990 e più
precisamente nel canone 27. Il Codice del 1917 lo riferiva esclusivamente ai
monasteri.
A questa espressione taluni attribuiscono un significato quasi
rivoluzionario. Dalla concezione esclusivistica secondo cui Chiesa Cattolica
significava “rito latino” si sarebbe passati alla “pari dignità” fra tutte le
chiese particolari che compongono l’universo “cattolico”. La Chiesa cattolica è
in buona sostanza una “comunione” di chiese, che detto in termini volgari,
laici, significa una “confederazione di chiese”, tutte di pari dignità.
Pare sia stato il Sinodo straordinario dei vescovi del
1985 ad avere sancito che “l’ecclesiologia di comunione è l’idea centrale e
fondamentale nei documenti del concilio Vaticano II”.
Prima del Concilio, i Vescovi
orientali cattolici non tralasciavano di far rilevare che “nella Chiesa cattolica, a fianco di
un’immensa maggioranza di cristiani occidentali, vi è un certo numero di
cristiani orientali slavi, greci, rumeni, levantini, malabarici, raggruppati in
comunità o Chiese unite di rito orientale.
Queste si dicono
Chiese
anzitutto perché sono parte della
Chiesa, e in secondo luogo perché compete loro una particolare condizione
ecclesiastica canonica nell’ambito della Chiesa cattolica; si dicono invece
unite
intrattengono relazioni di comunione ecclesiastica con la
Sede Apostolica.
rito orientale
perché si distinguono nella Chiesa
cattolica almeno per l’uso che fanno di una forma orientale per il culto cristiano,
la quale è per lo più il segno più appariscente della loro particolarità
ecclesiastica”.
Nonostante la riscoperta
della communio, e nonostante la volontà del Concilio di offrire alle Chiese cattoliche
orientali la stessa dignità della Chiesa
latina, la totale uguaglianza sarà
ristabilita giuridicamente soltanto il 18 ottobre del 1990, con la promulgazione del Codex Canonum
Ecclesiarum Orientalium (CCEO) e implicitamente con l’introduzione ufficiale del concetto di Ecclesia sui iuris, su cui
avremo modo di tornare per tentare di capire in cosa consista, in cosa si
sostanzi.
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