Richiamando la sua conversazione con i
giornalisti durante il ritorno dal Brasile rileviamo che ebbe a dire,
relativamente alla Chiesa Ortodossa:
«Le
Chiese ortodosse hanno conservato la liturgia che è tanto bella.
Noi
abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione. Loro adorano Dio e lo cantano,
non contano il tempo.
Una
volta parlando dell’Europa occidentale e della sua Chiesa mi hanno detto che “ex Oriente lux”, “ex
Occidente luxus”, cioè dall’Oriente la luce, dall’Occidente il
consumismo e il benessere che hanno fatto tanto male. Invece gli ortodossi
conservano questa bellezza di Dio al centro.
Quando
si legge Dostoevsky si percepisce qual è l’anima russa e orientale. Abbiamo
tanto bisogno di questa aria fresca dell’Oriente, di questa luce».
Si tratta di concetti già riportati sul
libro "Il Cielo e la Terra" edito in Argentina nel 2010 e in Italia
nel 2013 da Mondadori dove l'allora arcivescovo di Buenos Aires affronta -in
dialogo col rabbino Abraham Skorka- i temi cruciali del nostro vivere.
La liturgia.
In un certo senso sarebbe la "Messa"
del rito latino ma non sarebbe corretto dire così. Tanto è vero che Papa
Francesco si dichiara dispiaciuto che in Occidente la "Liturgia" è
andata smarrita.
La Liturgia del rito
Bizantino si è formata tra il VI e il IX
secolo nel contesto della Grande Chiesa di Costantinopoli -S. Sofia- e nei
grandi monasteri della città imperiale. Ricevette la sua forma definitiva al
tempo della riforma dei Paleologi (1261-1453), specialmente nei monasteri
dell’Atos, il cui rinnovamento spirituale, detto “Esicasto”, si irraggiava ben
al di là delle anguste frontiere dell’ultimo Impero Bizantino, attraverso il
mondo slavo che aveva adottato questo rito in lingua slavone fin dagli ultimi
decenni dell’VIII secolo al tempo della cristianizzazione dei Bulgari, che lo
trasmisero ai Russi un secolo più tardi e poi ai Serbi.
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