Si può tenere la mafia
fuori dalla porta nell'esecuzione di opere pubbliche in Sicilia ?
Nell'isola è operante da parecchi anni il protocollo di legalità “Carlo Alberto Dalla Chiesa”
attivo fra molte, o tutte, le stazioni appaltanti e le Prefetture e, se si vuole possono attivarsi altri protocolli aggiuntivi che
fanno passare da una maglia strettissima ogni appalto, sub appalto, fornitura
riguardante le opere finanziate con fondi pubblici e fondi europei.
Certo questi "protocolli" non possono evitare che scattino allarmi su paventate infiltrazioni mafiose nei cantieri. Però in questi anni sono operanti numerose leggi che, ove puntualmente applicate, potrebbero evitare che la mafia possa prosperare con l'esecuzione di opere pubbliche. Così avviene, ad esempio, che l’Autorità di vigilanza dei
Lavori pubblici avvii monitoraggi continui sulle opere e la legislazione di sostegno del monitoraggio non manca di prescriverli, non ultima la normativa sulla tracciabilità dei flussi finanziari secondo cui ogni passaggio di denaro che corrisponda a corrispettivo di opere pubbliche deve avvenire entro percorsi prescritti e soste obbligate su conti correnti resi noti a priore al committente.
Le medesime prescrizioni normative sono vigente, oltre che nel comparto dei lavori pubblici, nel settore dei "servizi". Viene allora da chiedersi come mai le mogli dei nostri politicanti sono riuscite a rubare centinaia di milioni a Mamma Regione nel comparto della "Formazione" ?
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