E' facile oggi poter dire: "Chi di spada ferisce di spada perisce". Oppure: "Chi la fa l'aspetti". O ancora: "Il bue che dice cornuto all'asino".
L'ex pm Antonio Di Pietro
L'ex pm Antonio Di Pietro
-ci martella dalla mattina alla sera sulla "trasparenza",
-grida contro chiunque "no ai nepotismi",
-urla contro gli uomini della "cricca" e contro chi non è della sua parte contro i "familismi",
-guida gli indignados irritantissimi nei confronti del Trota e di papà Bossi che lo ha imposto al suo partito
ma è diventato adesso il mandante politico di suo figlio Cristiano.
Favoritismi di bassa Lega, s'è sempre detto a proposito del comportamento di Bossi con il Trota.
Favoritismi di bassa Lega, s'è sempre detto a proposito del comportamento di Bossi con il Trota.
Favoritismi italo-svaloriali, vanno definiti ora i modi patriarcali con i quali Di Pietro ha infilato Cristiano nella lista del suo partito personale per le elezioni in Molise.
Il Cristiano di cui si tratta è lo stesso che fu telefonicamente intercettato con Mario Mautone (dirigente dipietresco al dicastero delle infrastrutture quando papà Tonino ne era ministro) mentre raccomandava alcuni architetti ed alcune imprese amiche.
Se il Trota è il Trota, Cristiano è la Carpa o il Coregone.
La morale è semplice: la presunta "diversità" etico-politica dell'inventore dell'Italia dei Valori annega banalmente nel così fan tutti.
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