I dipendenti della Regione Sicilia guadagnano il 49% in più rispetto ai colleghi ministeriali e il 44,5% in più rispetto ai dipendenti delle altre Regioni e degli Enti locali.
Nei giorni scorsi, nessuno ci crederebbe fuori dai confini italiani, hanno avanzato mediante le loro rappresentanze sindacali richieste di aumenti retributivi.
Il fatto è grave non tanto per la richiesta in sè, bensì per il fatto che è da presumere che costoro non leggono i giornali e non si tengono informati. Un apparato burocratico che non è a conoscenza del baratro in cui versa il paese (l’Italia) e della necessità per la regione (Sicilia) di dover effettuare tagli alle proprie spese per circa 3 miliardi di euro è un apparato scadente e incompetente. Diciamo questo non per cattiveria verso questa categoria di lavoratori ma perchè non ci capacitiamo ad immaginare che costoro non abbiano sentito parlare dei "tagli" che si devono fare alla spesa pubblica, a cominciare da quella che si èappano i politicanti.
Costoro, i dipendenti della Regione, che hanno chiesto gli aumenti, non sanno che in Grecia i dipendenti pubblici vengono licenziati e quelli che restato continuano a lavorare con retribuzioni tagliate, ridotte da alte percentuali a due cifre ?
I dipendenti della Regione Sicilia devono ritenersi fortunati almeno fino a quando l’Armao di turno non procederà ad allineare i loro stipendi a quelli degli altri italiani.
Qualcuno, in questi giorni, ci ha spiegato che non c’è più trippa per gatti, che non ci sono più risorse.
Alla gente si chiedono sacrifici pesanti, ed altri arriveranno entro fine anno. Non è possibile che in questa situazione di grave difficoltà vi siano ventimila persone che guadagnano molto di più di quanto dovrebbero e migliaia di altre persone inserite mediante raccomandazione nelle partecipate regionali e locali che, anch’esse, guadagnano molto più della media.
Il risultato di questo marasma retributivo è che la Regione si trova con le casse vuote. Vi è un altro risvolto a quanto finora detto e cioè che senza risorse finanziarie la Regione non può cofinanziare i progetti approvati dall’Unione europea, con l’ulteriore danno di non creare nuovi posti di lavoro, prodotto interno lordo e ricchezza che possa essere dopo tassata.
Una situazione insostenibile !
Il vero problema, la cosa più grave che possa capitare a questa terra è che i responsabili delle istituzioni, cioè i deputati regionali, il governo diretto dal signor Raffaele Lombardo e la folta (2.200 unità) dirigenza non colgano la gravità; infatti hanno continuato a fare le proprie ferie distraendosi dall’incendio che sta avvolgendo la barca su cui stiamo tutti i siciliani.
L’assessore Armao dice che taglierà 2,7 miliardi in tre anni. Sbaglia i conti, a sentire alcuni analisti: servirebbero, a giudizio di costoro, 3,6 miliardi già fin dal 2012.
La stretta del Governo centrale, anche con la prevedibile uscita di Tremonti, non è finita. I tagli ulteriori che farà chi dovesse subentrare a Tremonti costringerà tutti a diventare virtuosi, nostro malgrado, e a organizzare servizi efficienti, che costino poco in relazione a quello che danno.
La questione è tutta qui. Occorre che i dirigenti diventino virtuosi, lavorino per obiettivi con la consapevolezza che se non li dovessero raggiungere dovranno lasciare il posto a chi sa fare più e meglio.
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