Il miracolo di Licata, il paese dell'agrigentino dove l'11 settembre avrebbe dovuto immettersi l'ex nostro parroco Mario Bellanca, non c'è mai stato.
Dietro la lacrimazione del quadro della Madonna del Riposo all'interno della casa di due coniugi di Licata, le indagini tecniche del Ris di Messina a cui i carabinieri di Agrigento avevano consegnato la tela ad olio su richiesta dell'arcivescovo Francesco Montenegro, - secondo indiscrezioni - avrebbero rivelato le tracce ematiche con un Dna del tutto simile - se non addirittura sovrapponibile - con quello della famiglia nella cui abitazione il «miracolo» si sarebbe verificato.
La Procura della Repubblica ha intanto aperto un'inchiesta ipotizzando il reato di abuso della credulità popolare. Il nome dei due coniugi compare sulle carte che i carabinieri hanno trasmesso alla Procura e toccherà ora al sostituto procuratore della Repubblica Matteo Delpini stabilire se iscrivere formalmente i due coniugi sul registro degli indagati.
Si tratta di un passaggio che potrà essere formalmente eseguito quando la relazione dei Ris giungerà in Procura. Il caso di Licata era «scoppiato» lo scorso 23 agosto e dal quel giorno la casa di via Gela era stata presa d'assalto da centinaia di fedeli provenienti da ogni parte della Sicilia. Un viavai talmente elevato da indurre un tour operator palermitano ad organizzare anche alcuni pullman.
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