di Nicola Graffagnini
In occasione della recente Festa della Madonna della Favara, ho seguito la prima parte della processione, l’uscita festosa della Vara e la discesa lungo la Via Morea fino alla curva ripida della Via Croja.
In questo percorso ho notato molti punti della strada scivolosi anzi pericolosi non solo per l’incolumità dei pedoni, che ho sentito più volte lamentarsi per la mancata manutenzione delle strade ma per gli stessi portatori, che forse portano scarpe antiscivolo.
Al proposito, avendo vissuto la mia infanzia in Piazza Umberto, mi ricordo degli scalpellini, comparire dal nulla un bel mattino, chini sulla strada , poco prima della festa…. .
Iniziavano il lavoro davanti il Bar Schirò, poi si spostavano davanti la macelleria Foto e proseguivano di fronte lungo il bordo della strada prospiciente la piazza, dove giocavamo noi bambini a spingerci e poi continuavano per la Via Morea e la Via Croja seguendo il percorso della processione.
Era un evento lavorativo che si ripeteva ogni anno e per noi ragazzi rappresentava un momento di gioco perché cercavamo di imitarli, magari sbucciandoci le mani.
Voglio pensare che una settimana di lavoro di due scalpellini non rappresentino un problema per l’Amministrazione Comunale ma certamente un investimento economico per evitare spiacevoli cadute magari in occasione della processione che attira parecchia gente anche dai paesi vicini.
Gli arredi urbani in pietra viva ci riportano ad una dimensione anche estetica del paese vissuto, ma occorre rispettarla seguendo le antiche abitudini della manutenzione periodica, oggi resasi ancor più necessaria dato l’effetto levigante delle gomme delle auto ancor più intenso di quello provocato dagli agenti atmosferici.
Nell’occasione di queste righe, l’augurio che rivolgo ai miei concittadini è quello di mantenere sempre così bella la Festa della Madonna e di non dimenticare non solo le nostre straordinarie tradizioni religiose, etniche e linguistiche , ma anche le buone abitudini dei nostri padri come ad esempio la manutenzione delle strade ad opera degli scalpellini.
Nicolò Graffagnini
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