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mercoledì 22 agosto 2018

La tragedia di Genova. Con la Seconda Repubblica iniziarono le privatizzazioni delle infrastrutture

“Il sistema Paese è inadeguato: nessuno controlla e ci si affida al fato, salvo scatenarsi, dopo una tragedia, in un’inammissibile fuga dalle responsabilità. E’ sconvolgente” a dirlo è il presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione (Anac),
Raffaele Cantone.
La responsabilità ricade certamente sui concessionario privato, Soc. Autostrade, ma aggiunge Cantone:  “il tema è delicato e oggetto di indagini. Serve cautela e invece si danno per scontate cose che non lo sono”. Infatti “nel crollo ci sono responsabilità omissive.
Chi aveva l’obbligo di intervenire per evitare l’evento? Il concessionario, certo. E nessun altro?”, si chiede il presidente Anac. 
Per quel che riguarda il ruolo del ministero delle Infrastrutture e Trasporti “effettivamente gran parte dei poteri è stata delegata al con cessionario- dice Cantone- ma non vuol dire che l’autorità pubblica può disinteressarsi dei controlli”.
Sul fronte delle competenze “la fuga dalle responsabilità è un classico italiano- rileva il presidente Anac- Faccio un esempio: se affitto la mia casa a un inquilino che me la distrugge, intervengo per fermarlo o allargo le braccia? 
Lo Stato, non dimentichiamolo, resta proprietario delle infrastrutture anche se le dà in gestione. È inammissibile che abdichi alle sue responsabilità, delegando ai privati”.
Nella commissione ministeriale c’è un dirigente che aveva approvato il progetto per il viadotto e uno che aveva in passato lavorato per Autostrade: “se avremo segnalazioni, ce ne occuperemo- dice il presidente Anac-.
La questione è delicata, perché il conflitto di interessi può incidere sulla validità degli atti amministrativi. Oltre che dal punto di vista giuridico, va valutata sul piano dell’opportunità. Attiene all’imparzialità della pubblica amministrazione”.

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