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martedì 28 agosto 2018

L'Italia e lo spread. A che serve attaccare l'Europa ed i paesi amici se ... da essi riceviamo linfa ?


Il bond 2027 (obbligazioni di Stato del Venezuela, ossia prestito che il paese latino-americano prova a farsi concedere) non valgono nulla; il che significa che quel paese ricchissimo di petrolio non riesce a farsi prestare soldi dalle piazze mondiali (e nemmeno da quelle interne, in quanto nel paese imperversa la miseria). E’ un paese in un certo senso inaffidabile, poco credibile, e nessuno gli fa prestiti. L'inflazione ovviamente galoppa.
La vicenda dovrebbe far riflettere pure noi italiani che abbiamo uno dei debiti più grossi del pianeta. I giornali dicono che molte istituzioni straniere finora fiduciose nella politica economica indirizzata alla ripresa cominciano adesso a lasciare il Paese. Dubitano e non scommettono sul nostro futuro. Da qui lo spread che va sempre più in alto. 
Tutto ciò significa che se vogliamo rinnovare quella parte di debito che va in scadenza dobbiamo pagare interessi sempre più consistenti. Ma il guaio non sono gli interessi pesanti. Il rischio è che nessuno, nei paesi occidentali, nella cui cultura ci identifichiamo, via via potrebbe più concederci fiducia. I nostri conti infatti vacillano e i potenziali creditori temono che il paese possa finire nel baratro.
Non è una buona notizia che il nostro ministro dell’economia vada in Cina per buoni e positivi motivi commerciali, ma anche dicono i giornali, per chiedere a quel paese di sottoscrivere una parte del nostro debito.
No, non è una buna notizia.   

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