Il bond 2027 (obbligazioni di Stato del Venezuela, ossia
prestito che il paese latino-americano prova a farsi concedere) non valgono
nulla; il che significa che quel paese ricchissimo di petrolio non riesce a
farsi prestare soldi dalle piazze mondiali (e nemmeno da quelle interne, in quanto nel paese imperversa la miseria). E’ un
paese in un certo senso inaffidabile, poco credibile, e nessuno gli fa prestiti. L'inflazione ovviamente galoppa.
La vicenda dovrebbe far riflettere pure noi italiani che abbiamo
uno dei debiti più grossi del pianeta. I giornali dicono che molte istituzioni
straniere finora fiduciose nella politica economica indirizzata alla ripresa cominciano adesso a lasciare il Paese. Dubitano e non scommettono sul nostro futuro. Da qui lo
spread che va sempre più in alto.
Tutto ciò significa che se vogliamo rinnovare
quella parte di debito che va in scadenza dobbiamo pagare interessi sempre più
consistenti. Ma il guaio non sono gli interessi pesanti. Il rischio è che
nessuno, nei paesi occidentali, nella cui cultura ci identifichiamo, via via
potrebbe più concederci fiducia. I nostri conti infatti vacillano e i potenziali creditori temono che il paese possa finire nel baratro.
Non è una buona notizia che il nostro ministro dell’economia
vada in Cina per buoni e positivi motivi commerciali, ma anche dicono i giornali, per
chiedere a quel paese di sottoscrivere una parte del nostro debito.
No, non è una buna notizia.
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