Per chi ama seguire le vicende della politica locale (dei municipi) non mancano le occasioni per riflettere e per esigere dagli amministratori oltre che trasparenza anche competenza.
La Corte dei Conti ritiene che nei rendiconti 2015 e 2016 del Comune capoluogo dell'isola ci sia stata tanta, troppa, superficialità a proposito degli avanzi.
Nell'ultima seduta consiliare il consigliere di minoranza, dott. Sergio Parrino, sindaco uscente di Contessa Entellina ha messo in dubbio l'impiego (ritenuto -se abbiamo seguito bene- insussistente) dell'avanzo pregresso nel bilancio corrente 2018.
Il Blog non dispone nè della documentazione palermitana nè di quella contessiota per esprimere una specifica valutazione, che peraltro non gli compete. Un giudizio, molto generico, però sulla tematica dell'avanzo, su cui pure l'Anci in questi giorni sta soffermandosi, possiamo riportarlo sul Blog.
Il libero utilizzo degli avanzi di amministrazione è da sempre obiettivo dei sindaci e dell’Anci (l'Associazione dei Comuni) ed è recentemente divenuto pure un obbligo per il buon governo dei conti pubblici. A portare i comuni verso questa sponda ci sono due sentenze piuttosto recenti della Corte Costituzionale.
Lo “sblocco” degli avanzi si basa nell’abolizione delle regole sul pareggio del saldo di competenza, lasciando operare le sole norme contabili, già di per sè restrittive. Non si è però ancora arrivati a questo obiettivo nemmeno col recente decreto milleproroghe.
C’è un primo segnale positivo in termini di mera copertura ma la liberazione degli avanzi dei Comuni e delle Città metropolitane ancora ad oggi non c’è. Le dichiarazioni dei viceministri Castelli e Garavaglia fanno sperare che la strada vada aprendosi.
Si libererebbero molte energie tra i Comuni ed il Ministero e che oggi sono impiegate nel
controllare il saldo,
applicare sanzioni,
capire o spiegare come intervenire su questo o quel caso particolare.
L'Anci auspica che tra i primi obiettivi da raggiungere con la prossima legge di bilancio, ci sia questo obiettivo per assicurare maggiori capacità di investimento.
I Comuni fino a qualche anno fa hanno subito tagli dolorosi, risalenti indietro nel tempo, più ingenti di tutti gli altri organiismi della Pubblica Amministrazione. Ma è anche vero che i tagli non ci sono da un paio d’anni. Per rimettere le cose a posto serve la massima condivisione e qualche risorsa in più non solo sul fronte degli investimenti, ma anche per mettere in sicurezza la spesa corrente necessaria, quella che i Comuni devono fare per mantenere i servizi locali, districandosi tra nuove spese obbligatorie, dai rinnovi contrattuali alla protezione civile, e crescenti accantonamenti richiesti dalla nuova contabilità.
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