La nuova Amministrazione di
Contessa Entellina, uscita vincitrice dalla consultazione elettorale del 10
giugno, ha portato a casa un primo successo
conseguendo il finanziamento, non indifferente, di oltre un milione di
euro per la messa in sicurezza dell’Istituto Scolastico. Ha fallito il conseguimento
del finanziamento per l’impianto antincendio, per cui pure in tempi da record
aveva presentato richiesta già all’indomani dell’esito elettorale, ma comunque va tenuto presente che ancora non sono
trascorsi cento giorni dall’insediamento. I fondi originano dal Piano Triennale
sull’edilizia scolastica, da cui appunto proviene il nuovo finanziamento che sarà
attivato dal 2019, che è in gestione della Regione Sicilia con Fondi Comunitari.
Quella Unione Europea che i populisti disprezzano e persino odiano.
Riferita doverosamente questa
buona notizia sul Blog ci piace fare una carrellata sullo stato in cui vivono i
piccoli Comuni dell’isola e di cui Contessa Entellina è parte.
Tutti i centri dell’interno dell’isola
soffrono di carenze socio-economiche e la loro incidenza è segnata dai costanti
e crescenti flussi migratori, e non solo; a evidenziare che il dettato
costituzionale secondo cui gli italiani sono tutti eguali, nei piccoli centri
dell’interno dell’isola, esiste l’assoluta carenza di infrastrutture. Non si
tratta di una constatazione dei nostri giorni; da sempre –forse dall’Unità d’Italia-
nell’area in cui è situata Contessa Entellina esiste un costante svuotamento umano
ed una crisi economica di lunga, lunghissima, durata che può condurci, se non
adeguatamente compresa da chi qui vive, a non lontani rischi di estinzione in
quanto comunità. Rischio non lontano se si continua di questo passo trascurando
infrastrutture di collegamento col resto del mondo e condizioni umane. I
piccoli comuni, secondo l’Anci, annualmente perdono nel Paese 16mila abitanti.
Ruderi di Castello Calatamauro |
Tutti i 207 piccoli comuni
siciliani negli ultimi anni, dai governi renziani in poi, corrono veloci all’indietro
non solo verso lo spopolamento, circostanza che bene conosciamo a Contessa, ma
senza alcun intervento delle istituzioni di livello superiore (Provincia,
Regione, Stato) nel comparto delle infrastrutture rischiano di divenire isole
del sotto-sviluppo. Ben 23 comuni interni dell’isola sono segnati, negli uffici
di Mamma Regione, come “a forte rischio idrogeologico” e le abitazioni di chi
lì abita sono legate agli inverni perchè non siano pesanti per non incorrere
nelle frane. Nel mondo che scruta l’Universo e progetta di sbarcare su Marte su
buona parte della Sicilia puntiamo sulla buona sorte.
L’impoverimento della
popolazione, nei comuni interni, ormai non lo constatiamo più dai dati Istat ma
dal nostro occhio che coglie le condizioni delle persone che bene conosciamo e
che ci stanno accanto, su come vivono e su come trascinano la loro esistenza.
Lo constatiamo dal fatto che nei piccoli comuni si vive esclusivamente di
pensioni, piccoli lavoretti ed ignorando la normativa sul collocamento.
In un Paese il cui reddito
nazionale –ancora nel 2018- è al di sotto di quello del 2008, l’anno di inizio
della grande crisi, i piccoli comuni dell’interno, non solo della Sicilia ma
dell’intera penisola, sono divenuti “marginali”, da non considerare, rispetto
agli investimenti infrastrutturali e all’inserimento nella veloce corsa verso
migliori condizioni di vita che –comunque- il resto del mondo persegue.
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