Esistono concetti che si
imprimono negli angoli più inesplorati del nostro modo di pensare e che, all’improvviso,
riemergono, non ti lasciano più.
“Bisogna davvero e fino in
fondo aiutare chi ha bisogno.
Solamente così egli si ricorderà di aiutare –un giorno- davvero e
fino in fondo chi avrà bisogno”.
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Le chiese
si svuotano ma la spiritualità cresce, non si crede più nei politici, ma si
difende la Costituzione: ci si affida alla ricerca del bene e del
vero, come bussola del proprio cammino, anche se nelle chiacchiere ci
lamentiamo del contrario.
La parola
chiave di questa nuova frontiera, non demarcata da una linea temporale precisa,
è: sensibilità.
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Si è -per millenni- troppo predicato di orientare gli sforzi e le attenzioni verso Dio che non ha bisogno di nulla, trascurando il dolore dei suoi antipatici figli che stanno fra noi.
Attenzione è stata posta verso il sacro vissuto come fine di ogni sforzo personale e sociale, e se necessario anche contro la libertà ed i sacrificabili diritti altrui.
Dio, il Dio dei cristiani, non è il punto di arrivo, ma l’origine del fascino verso il bene che tutti sentono come spinta alla pratica della giustizia, come ingiunzione ad occuparsi dei bisognosi, come occasione di condivisione terrena.
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