Interpretare, il verbo curiale
A Piana degli Albanesi, nella Curia, in queste ore che anticipano le ferie agostane, i curiali "interpretano" tutte le norme già passate sotto l'occhio dei precedenti Vescovi.
Questi infatti, sta emergendo, non essendo dotati del bagaglio culturale che prevede che un prelato la mattina faccia il segno della croce alla "dritta" e a mezzogiorno alla "riversa", erano un pò ignorantelli, non si erano mai accorti che le guide delle comunità oltre religiose devono essere personaggi di colore; "alla bisogna" devono cambiare i paramenti.
Non avevano mai interpretato.
Essi leggevano ed eseguivano. Mai sfiorati dall'idea di interpretare.
Viene da piangere
Se si risvegliassero dalle tombe i papàs che nei secoli passati hanno subito sulla propria pelle le ottusità dei prelati romani e apprendessero che nonostante il Concilio Vaticano II che ha apprezzato (finalmente) la tradizione orientale della Chiesa cattolica, affermando che "la varietà nella Chiesa non solo non nuoce alla sua unità, ma anzi la manifesta" ed ha richiesto che "rimangono salve ed integre le tradizioni di ogni Chiesa", se si risvegliassero, quindi, ed apprendessero che i novelli papàs, in massa, appena escono dalle mura eparchiale per una gitarella a Roma, nel Settentrione o appena si recano nelle limitrofe diocesi di Palermo, Cefalù ... vestono alla latina e celebrano alla romana, si rivolterebbero.
Preferirebbero risvegliarsi sì, ma non nella finta eparchia di Piana degli Albanesi, dove -appunto- non esiste più un papàs (uno che sia uno, o due) che osi avvicinare Mons. Gallaro e gli dica "se ti piacciono i paramenti romani, usali pure nei tuoi appartamenti.
Nel territorio eparchiale sei tenuto, se vuoi guidare i fedeli greci e/o latini, a indossare paramenti alla greca; sei tenuto anche se dovessi tu inorridire al solo guardarli".
Non esiste un solo papàs per pavidità, per insensibilità, perchè non ha mai letto gli atti del Sinodo.
Che diocesi è mai questa ?
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