L’uomo è un animale socievole., lo
dicono psicologi, sociologi e mille professionisti del nostro tempo.
Dalle caverne preistoriche, agli stati
multinazionali odierni, è andata via via crescendo la complessità delle
relazioni umane, le motivazioni dello stare insieme, che non hanno nella
sostanza modificato il collante
essenziale.
Ci si è sempre riuniti, ed avviene anche
ora, attorno ad una identità etnica, politica, culturale o religiosa, in difesa
di una minaccia esterna, inaffrontabile con la debolezza della divisione.
Siamo a ben pensare bisognosi di
qualcuno che ci somigli e di cui poterci fidare, magari maldestramente, con cui
allearci per affrontare il timore degli estranei.
Il penultimo grande nemico di cui
l’occidente abbia avuto bisogno per serrare i suoi ranghi e per poter indulgere
verso i suoi numerosi errori, è stato il comunismo.
I totalitarismi fascista e nazista e l’imperialismo
sfacciato economico e militare americano, sono sorti e sviluppati in conseguenza
della percezione del pericolo rosso; pericolo gonfiato oltre misura e fatto
crescere sulle paure personali.
I timori reali sulla natura violenta e antidemocratica
del comunismo, sono stati artatamente associati ad immagini inventate e
controproducenti, adatte a schernire ed abbruttire il volto dell’avversario,
che almeno a guerra fredda terminata, è ora rivelata.
La connotazione che i regimi comunisti
avevano impresso alla loro politica, li ha resi un mito negativo perfetto, su
cui in occidente è stato facile costruire la classica immagine del nemico, a
proprio uso e consumo.
L’avversario nella psiche di noi uomini non
viene mai pensato con articolate posizioni interne; lo costruiamo senza
possibili speranze di convivenze pacifiche; nulla se non di marginale e
folcloristico della sua identità, è degno di rispetto.
Viene immaginato esattamente come ci
serve, per giustificare la violenza ed il disprezzo consoni all’arte della
guerra, scaturita dall’aggressività e dalla paura, sinistro corollario
dell’istinto di sopravvivenza.
Oggi l’Islam lo costruiamo
come a noi occidentali fa comodo.
Ma ne parleremo in altra occasione.
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