Eppure l’essere umano porta dentro ben
nascosto il germe folle della divisione.
Appena usiamo un criterio, un tentativo,
di socialità nella pratica ne trasgrediamo moltissimi altri.
Quanti arbëresh si commuovono ogni volta che viene tracciato il profilo storico-etnico
delle loro comunità oggettivamente sempre più in declino ?
Nella loro sincerità d’animo essi automaticamente si contrappongono alle altre etnie.
Alcuni trovano serenità nel proclamarsi
cristiani, si preoccupano di convertire tutti quelli che non lo sono partendo
dal presupposto che essi non sanno cosa perdono, ma scordandosi nel contempo
che tutti gli uomini sono figli di Dio (anche i non credenti) come ebbe a dire
un certo Roncalli.
Il discorso vale per la politica e il
tifo calcistico, ultimo grande credo religioso rimasto ai nostri giorni e che
tuttavia a causa dei frequenti scandali che lo coinvolgono è pure esso in
declino.
Sono molti di più i politici che
consideriamo meritevoli di disprezzo, spregevoli come tutti i tifosi
delle altre squadre.
L’individualismo (eremitismo ?), tara comportamentale
secondo gli schemi della politica e della religione, ha quanto meno il merito
di relegare la persona al destino che si sceglie con l’applicazione dei propri
limiti e delle proprie miserie, perché le tragedie storiche sono sempre state innescate
da grandi sogni comuni della Comunità, del Partito, della Nazione, dell’Etnia,
della Religione etc.).
La propaganda di odio e la trasfigurazione
del reale è sempre servita nella Storia dell’umanità per mandare gli uomini a
combattere, a morire, contro nemici che non conoscono e ai quali è stata
attribuita ogni peggiore intenzione verso la propria parte di appartenenza.
Le condizioni dei neo guelfi contro i
neo ghibellini, atei devoti contro credenti dubbiosi, liberal opportunisti
contro civici assistenzialisti, nazionalisti contro esterofili, pseudo greci contro
pseudo latini hanno sempre alimentato contrapposizione, nelle
quali è quasi sempre stato impossibile non essere trascinati.
La contrapposizione ha
impoverito il dibattito politico, ha lacerato il tessuto sociale, reso
fideistiche le adesioni e le appartenenze parrocchial-religiose ed ai filoni
culturali; le contrapposizioni hanno sempre soffiato colpevolmente e con
cattiveria massima sul fuoco della paura, degli orgogli e dell’ignoranza.
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