Il mistero (non mistero) delle intercettazioni resta.
ANTONIO DI PIETRO, ex magistrato bravo, ex politicante da strapazzo
“Se l’intercettazione su Crocetta non esiste o non è dimostrabile che sia vera, l’Espresso evidentemente si è fatto abbindolare da qualcuno che gli ha rifilato un bidone. Quindi,l’Espresso deve chiedere scusa, chiudere e il suo direttore deve venire a zappare la vigna con me”
ANTONIO POLITO, editorialista del Corriere della Sera
Viva la libertà di informazione, viva le registrazioni rubate
GIUSEPPE PIPITONE, giornalista de Il Fatto Quotidiano
La
scalata di Renzi al Pd, …, passa anche dall’annessione dei vari cacicchi, i
signori delle tessere che in passato hanno fatto la fortuna di Totò
Cuffaro e Raffaele Lombardo.
E mai una volta, il premier si è espresso sull’argomento. Non lo ha fatto alle
primarie, quando in Sicilia si era scoperto renziano persino Marco
Zambuto, ex sindaco di Agrigento, democristiano fin da quando
girava con lecca lecca e grembiulino, cresciuto nell’Udc di Cuffaro,
poi fulminato sulla via della Leopolda, e quindi regista delle disastrose
primarie Pd – Forza Italia nella città dei Templi.
Dai ras di Cuffaro
ai cacicchi di Lombardo: tutti con Renzi
Nessuna parola era stata spesa dal premier nemmeno nei mesi scorsi, quando per
trasformare il Pd in partito a vocazione maggioritaria, il fido Faraone era
stato costretto ad aprire le porte delle sezioni. “Io dico no a un modello
chiuso: ci vuole un atteggiamento aperto, senza avere paura. La nostra
ambizione deve essere quella di allargare l’orizzonte”, aveva detto il
sottosegretario all’Istruzione. E in pochissimi giorni le stesse facce che
avevano animato a suon di voti i governi di Cuffaro, Lombardo e Berlusconi si
erano scoperti a loro agio tra gli eredi di Pio La Torre.
Democratico
era diventato Nello Dipasquale, sindaco
di Ragusa con Forza Italia per due mandati, che fino al 2012 definiva “uno
schifo” il Pd di Bersani. “Io non sono cambiato: ero democristiano
in Forza Italia, sono democristiano qui” spiegava il diretto
interessato alla Leopolda siciliana messa in piedi da Faraone e subito
ribattezzata Faraona.
Un evento che aveva
mostrato alla Sicilia quale fosse il “partito aperto” che avevano in mente
Faraone e Renzi sull’Isola. “Abbiamo la stessa forza del centro destra nel
2001, ai tempi del 61 a 0″ gongolava il luogotenente renziano. E
in effetti, il Pd siciliano oggi non solo ha la stessa forza della casa delle
Libertà del cappotto berlusconiano ma quasi anche le stesse facce. A
cominciare daAlberto
Firenze, organizzatore dell’evento, presidente dell’Ersu Palermo
ed in passato consigliere comunale di Forza Italia a Castelvetrano. Ma a fare
festa al viceré democratico alla Faraona c’erano anche Adelfio
Elio Cardinale, ex sottosegretario alla Salute nel governo di Mario
Monti, intimo di Renato Schifani,
e il rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, vicino ad Angelino Alfano, in passato assessore alla Sanità di Cuffaro.
Viene da dire:
Pure a Contessa è così.
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