Quando si dice che una persona o un Ente non sa far di conto !
Il nostro Ente Locale quando si tratta di usare "carte bollate" non ci vede dagli occhi. Se si scorre l'indice delle deliberazioni degli ultimi otto/dieci anni le spese per i contenziosi sono abbastanza significative.
In materia di TARSU/2008 il Sindaco Parrino non può mai dire di non essersi impuntato.
--Nella fase iniziale quando furono notificate le "bollette pazze", per le vie brevi i responsabili della locale Camera del Lavoro-Cgil gli fecero osservare l'irregolarità di quelle pretese;
--Non essendo state efficaci le vie brevi (e perchè non definirle amichevoli ?) la Camera del Lavoro nelle persone di Piero Cuccia, Salvatore Verardo e Mimmo Clesi coinvolsero, con un Comitato Cittadino, l'intera cittadinanza in una serie di Assemblee Cittadine affidando un ruolo preminente all'allora gruppo consiliare di opposizione. Allora esisteva, infatti, una opposizione.
--Nelle Assemblee Cittadine sia il Sindaco Parrino, l'allora Presidente del Consiglio Audenzio Spera, il Responsabile Finanziario del Comune svolsero le loro argomentazioni a favore di quelle "bollette pazze". Qualcuno di loro gridò più volte alle affollate Assemblee Cittadine: "Dovete pagare !".
--Il gruppo consiliare di opposizione presentò in Consiglio Comunale una mozione con cui veniva indicata la via di uscita dal vicolo cieco in cui l'Amministrazione si era infilata.
--Non ci fu nulla da fare, l'Amministrazione, col sindaco in testa, non tollerava di essere stata colta in errori ed irregolarità sia formali che sostanziali in quel "maledetto" procedimento e ritenne di non dover accogliere la mozione.
La maggioranza consiliare di allora votò pure contro la mozione.
--Ai contribuenti non restò altra via da perseguire che il contenzioso tributario, fidando che ancora nel III millennio sia sempre attuale la famosa espressione "Esisterà pure un giudice a Berlino!" pronunciata anche allora, ironia della sorte, da un mugnaio contro i soprusi di Federico di Prussia.
--Circa 200 contribuenti aderirono alla proposta della Camera del Lavoro-Cgil di Contessa di muovere ricorso.
Nessun onere il ricorso ha comportato per i ricorrenti.
Ben altre sono state finora le spese sostenute dal Comune, che per legge avrebbe potuto presentarsi in Commissione con i suoi funzionari, alla luce della ferma convinzione di essere nel giusto che lo guida.
Da parte nostra, abbiamo appreso da questa esperienza che in Municipio quando si prende una decisione che comporta danni alle casse comunali non si fa preliminarmente uno studio che scandisca costi e benefici sperati.
Ci si affida -è sensazione- ai suggerimenti disinteressati degli avvocati.
La sensazione infatti pare del tipo: gli avversari politici, o comunque gli avversari di una ipotesi pensata in Municipio, non devono mai averla vinta.
E se pensiamo all'epoca fascista, pare vigesse la battuta "Il Duce ha sempre ragione!". Adesso, in regime democratico, parafrasando quell'espressione si può dire: "L'Amministrazione ha sempre ragione, costi quel che costi !".
IL QUADRO AD OGGI
Le spese sostenute dal Comune in questo contenzioso sono prossime a rasentare il teorico introito.
Spese inutili, quindi, quelle sostenute dal Comune, che ha perso tutti i 200 ricorsi, in giudizi e con argomentazioni differenziati. Infatti alcuni sono stati esitati a fine 2013 ed altri a fine 2014.
Se, come auspicano i ricorrenti, anche l'appello si concluderà negativamente per l'Amministrazione, qualcuno, verosimilmente, dovrà pur rispondere, non solo di avere speso tantissimo per i contenziosi, pure per il "buco" che nei conti del Comune è già realtà, alla luce di tutte le 200 sentenze, dovendosi per legge istituire i Fondi di svalutazione crediti.
Però ...
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