Si potrebbe cominciare con Rosario Crocetta e
l'Assemblea regionale siciliana, con Ignazio Marino e il Consiglio comunale di
Roma. Ma subito, prima che facciano altri danni e brucino nel falò delle loro
vanità calamitose altri milioni di pubblici denari rendendo più impervio il
compito dei commissari che dovranno sostituirli. Non c'entrano intercettazioni
vere o false a Palermo, ne il processo a mafia capitale a Roma. Bastano le
violazioni della Costituzione, delle norme comunitarie, delle sentenze dell'Alta
Corte e dello stesso Statuto siciliano.
L'articolo 120 della Costituzione recita: «II
Governo può sostituirsi a organi delle Regioni ...nel caso di mancato rispetto
della normativa comunitaria, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità
giuridica o economica e, in particolare, la tutela dei livelli essenziali delle
prestazioni concernenti i diritti sociali e civili». E l'articolo 126: «Con
decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento
del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano
compiuto alti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge». Lo
stesso Statuto siciliano (art. 8) prevede che «lo scioglimento anticipato
dell'assemblea regionale può essere deciso dal governo nazionale previa
deliberazione dei due rami del Parlamento per violazione persistente dello Statuto».
Ebbene, violazioni della Costituzione, di leggi e di norme comunitarie hanno
certamente compiuto tanto la Regione siciliana quanto il Comune di Roma che in
contrasto con l'articolo 81 della Costituzione continuano a presentare bilanci
che comportano «nuove e maggiori spese senza indicare i mezzi per farvi fronte»
mentre non erogano servizi essenziali come i trasporti e la nettezza urbana per
non parlar del resto che, nel caso siciliano, configura «il sistematico
dissesto idrogeologico del territorio». L'esempio di una sanzione finalmente
politica e non giudiziaria avrebbe effetti benefici a cascata. Secondo la
Confcommercio, se tutte le regioni italiane si attenessero al livello di spese
e di servizi della Lombardia - la più efficiente delle nostre regioni- ne
deriverebbe, per lo Stato, un risparmio di 74 miliardi di euro all'anno. Poiché
per portare tutti i servizi al livello della Lombardia occorrerebbe reinvestire
51 miliardi, in un solo anno potremmo comunque risparmiare 23 miliardi di
sprechi. In un biennio fanno 46, cioè quanto il Governo stima di dover tagliare
per ridurre di altrettanto le tante tasse che strangolano l'economia e la
società italiane. Rimuovendogli amministratori che hanno violato la
Costituzione con un 'azione esemplare proprio nelle aree più degradate dal
malgoverno, Mattarella e Renzi sprigionerebbero l'esempio persuasivo e
contagioso della forza di rigenerazione di una democrazia governante.
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