StatCounter

mercoledì 10 dicembre 2014

Il XX secolo nella storia mondiale, europea, italiana e contessiota

La guerra fredda

L'Eurpa centrale e quella orientale non erano gli unici territori di penetrazione dell'ideologia comunista, nel dopoguerra. La guerra civile imperversava in Grecia e, senza la presenza di 40.000 soldati britannici, il paese sarebbe caduto sotto i colpi degli andartes di Markos Vafiadis, il che avrebbe fatto della Turchia un avamposto indifendibile essendo circondato da stati comunisti.
Più minacciosi ancora, secondo il presidente degli Stati Uniti Harry Truman, erano il Partito comunista in Francia e soprattutto quello in Italia che rappresentavano un pericolo non trascurabile. Era quindi convinto che fosse importante prevenire i rischi causati da una disintegrazione economica, sociale e politica aiutando l'Europa attraverso la concessione di risorse che negli Stati Uniti eccedevano il fabbisogno. Fu il cosiddetto piano Marshall, votato dal Congresso il 2 aprile 1948 e realizzato dai Sedici dell'Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE).

La reazione di Stalin all'OECE e all'introduzione di nuovi marchi, fu il blocco alle vie d'accesso terrestri per Berlino Ovest. Due milioni di Berlinesi rischiarno di morire di fame e di freddo, ma un ponte aereo americano consentì di rifornire la popolazione di viveri e di carbone; il blocco venne tolto il 12 maggio 1949. Un mese prima, con la nascita dell'Organizzazione del trattato dell'Atlantic del Nord (NATO), erano stati compiuti i primi passi della politica americana del contenimento (containment); il patto fu firmato il 4 aprile e sancì l'ingresso degli Stati Uniti nel sistema di difesa occidentale.

Il mondo diviso in due parti, ognuna delle quali possedeva l'arma atomica, entrò nell'epoca della guerra fredda, che iniziò in Estremo Oriente. Nonostante l'aiuto americano, stimato in oltre due miliardi e 200 milioni di dollari dal 1945 al 1949, l'esercito del governo cinese di Chiang Kai-shek, corrotto e discreditato, fu sconfitto dalle truppe maiste, animate da un grande spirito di corpo e di disciplina. Nel 1949 i giochi erano fatti: il 24 settembre Mao-Tse-tung proclamava la Repubblica Popolare Cinese, mentre Chiang Kai-shek si rifugiava a Formosa, isola difesa dalle forze americane.
La guerra civile cinese era appena terminata con il trionfo dei comunisti, quando si accendeva un nuovo conflitto: il 25 giugno 1950 truppe della Repubblica Popolare di Corea varcavano il 38° parallello che, in virtù della Conferenza di di Teheran (1943), la separava dalla Repubblica di Corea, a sud. Quest'ultima, governata da Sigman Rhee, era riconosciuta da Washington, mentre la Corea del Nord, governata da Kim Il Sung, da Mosca.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite fu immediatamente chiamato a interessarsi del caso. In quel momento il rappresentante dell'URSS era assente per protesta contro la presenza del membro della Cina di Chiang Kai-shek. In questo modo il Consiglio, nn correndo il rischio di scontrarsi con il diritto di veto, decise di applicare il ricorso alla  forza contro l'aggressione, incaricando gli Stati Uniti di designare il comandante dell'esercito di intervento sotto la bandiera dell'ONU.

Numerosi contingenti dell'Europa occidentale risposero all'appello delle Nazioni Unite, ma furono indubbiamente gli Stati Uniti a dirigere e a finanziare le operazioni. In un primo tempo le forze di intervento ricacciarono gli invasori fino alla frontiera con la Manciuria, ma l'aiuto massiccio e inatteso dei soldati cinesi rimise tutto in discussione.
Sarà l'abilità strategica del generale Douglas MacArthur a riportare a riportare in vantaggio le truppe dell'NU, che respinsero i Nordcoreani al di là del 38° parallello.

Nessun commento:

Posta un commento