"Dobbiamo allargare le porte della grande casa
europea. O l'Europa si allarga o perde una grande occasione".
"Formalmente il semestre dell'Unione europea si chiude
il 13 gennaio - ha ricordato - tuttavia e' per noi un motivo di grande gioia
essere a Tirana per chiudere qui, simbolicamente, il semestre italiano".
"Si tratta di un gesto simbolico prima di concederci alla festa di San
Silvestro".
"Vogliamo cambiare i nostri paesi - ha sostenuto il
premier - l'Albania e' gia' in Europa anche se non e' dentro i 28".
Ed e' un "paese - ha proseguito - che pur non essendo
membro dell'Unione Europea e' gia' in Europa": "quando qualcuno mette
in discussione l'ingresso in Europa dei paesi balcanici come l'Albania, sbaglia
di grosso" ha sottolineato. "Mi piace pensare che questo 2014 che se
ne sta andando possa essere l'inizio di una Europa come casa della speranza e
smetta di essere solo il luogo della burocrazia" ha aggiunto. Mettendo
inoltre in evidenza che "la politica estera italiana ha due capisaldi. Il
Mediterraneo e i Balcani, ieri luogo di guerra e oggi luogo di pace e
speranza".
"l'Unione europea e' a un bivio e abbiamo bisogno di
capire se l'Europa riesce a recuperare la sua anima e la sua identita'".
FRANCESCO DAVERI, giornalista del Corriere della Sera
Quando
il premier greco Samaras ha comunicato che avrebbe convocato elezioni
anticipate per il 25 gennaio, dopo che il suo candidato alla presidenza della
Repubblica non aveva raccolto abbastanza voti in Parlamento, è sembrato che
l’Europa stesse per rivivere un vecchio e brutto film già visto nel 2010. A
poche ore dall’annuncio di Samaras la Borsa di Atene è arrivata a perdere 11
punti percentuali.
I rendimenti sui titoli pubblici greci a 10 anni si sono
impennati fino a raggiungere il massimo da quindici mesi. E i rendimenti sui
titoli a breve sono saliti anche di più (12%) segnalando il timore dei mercati
per la capacità del governo greco di onorare i suoi impegni di rimborso a breve
scadenza. In caso di vittoria elettorale, Alexis Tsipras - il leader di Syriza,
il partito oggi in testa nei sondaggi - ha infatti già dichiarato che vuole
farla finita con la Trojka e con le politiche di austerità, in pratica
annunciando la sua intenzione di arrivare a una ristrutturazione del debito
greco se non all’uscita dall’eurozona. Il crollo della Borsa di Atene ha prima
portato con sé gli altri listini europei, poi le perdite sono state contenute.
E Wall Street ha aperto con un segno positivo. Almeno per i mercati, insomma,
il panico del 2010 a fronte del default greco e del suo possibile contagio al
resto dell’eurozona sembra un episodio lontano.
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