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sabato 13 dicembre 2014

Questa è la Sicilia ! Il carrozzone dell'Autonomia Speciale sta per fermarsi

Crocetta viaggia con ricorrenza fra Palermo e Roma. 
Cerca sostegni per i conti della regione che sono vicini a scoppiare. Esiste per l'ente una questione di liquidità, e Crocetta vorrebbe affrontarla facendosi anticipare dallo Stato gli importi dei "trasferimenti" dovuti per il futuro ed esiste -pure- una questione "rifiuti" che se non affrontata a breve diventerà un caso di vergogna nazionale (sul modello campano di qualche anno fà).
Siamo a metà dicembre e la Regione non ha pronta la bozza di bilancio; si va quindi dritti dritti all'esercizio provvisorio.

Dice Crocetta che la carenza di liquidità è dovuta ai governanti del 2011 e 2012 che hanno iscritto in bilancio entrate fasulle e spese certe. Dovrebbe trattarsi di reato, ma da noi -in Sicilia- i reati sono pane quotidiano e quindi non succede nulla. E cosa dovrebbe succedere ?

La situazione Crocetta l'affronta in questi termini: Deve concorrere come Regione Sicilia alla spesa sanitaria che il Servizio Nazionale assicura nell'isola, però non lo fà, pertanto ha utilizzato due miliardiequattrocentomilioni del fondo sanitario per finanziare il mantenimento dei 20 mila precari degli enti locali ed i ventiseimila forestali e varie altre situazioni. 
Ovviamente deve -adesso- rimettere al loro posto i soldi del fondo sanitario ed allora ha allestito un disegno di legge per accendere un mutuo di due miliardi (trentennale e con 100 milioni di interessi annui a carico dell'irpef ed irap che i siciliani dovranno pagare con l'aliquota massima).
Una azienda privata sarebbe già stata posta -in questo contesto- in stato di fallimento.
A Roma sono disposti a dare una mano a Crocetta però chiedono impegni. 
Impegni di riforme, riforme che significano ... tagli su tutti i fronti.
Dove puntare ? i giornali dell'isola all'unanimità indicano il personale. 
La Repubblica indica il taglio di 4.000 forestali da collocare in pensione e altri ancora da porre in pensione dai consorzi di bonifica. Dai 20.000 dipendenti regionali almeno duemila potrebbero pure essi essere collocati in pensione. 
A La Repubblica sfugge che le pensioni o gli stipendi li pagherà sempre e comunque la Regione.
Questa è la Sicilia !

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